LUIGI SCARDOVI
il Carlino: 140 anni di storia

La Bassa Romagna devastata: "In due giorni la quantità d’acqua di undici dighe di Ridracoli"

Qui anche nel settembre 2024 parte del territorio finì alluvionato. A pagare lo scotto più alto è stata la frazione bagnacavallese di Traversara, travolta dalla furia del Lamone che sventrò le abitazioni.

Qui anche nel settembre 2024 parte del territorio finì alluvionato. A pagare lo scotto più alto è stata la frazione bagnacavallese di Traversara, travolta dalla furia del Lamone che sventrò le abitazioni.

Qui anche nel settembre 2024 parte del territorio finì alluvionato. A pagare lo scotto più alto è stata la frazione bagnacavallese di Traversara, travolta dalla furia del Lamone che sventrò le abitazioni.

Anche in molte aree della Bassa Romagna, quelli vissuti da migliaia di persone a causa dei tre devastanti eventi alluvionali (due nel maggio 2023 e uno nel settembre 2024) sono stati interminabili periodi caratterizzati da disperazione, rabbia e senso di impotenza. C’è chi perse praticamente tutto, con famiglie costrette ad abbandonare la propria abitazione, trovando ospitalità presso amici, conoscenti e strutture varie. In Bassa Romagna la seconda delle due alluvioni del 2023 registrò purtroppo anche tre vittime: Giovanni Sella, 89enne ex barbiere di Sant’Agata sul Santerno, la sua concittadina Neride Pollini, di 92 anni, e il 68enne agricoltore fusignanese Fiorenzo Sangiorgi. Insomma, uno scenario da incubo che mise in ginocchio anche attività commerciali, aziende agricole e industrie. "Il primo evento – osserva il tecnico meteorologo Pierluigi Randi – si manifestò tra il 2 il 3 maggio 2023 con rotture arginali sul Sillaro e il Lamone (interessate Conselice e Boncellino); il secondo, tra il 16 e il 17 maggio provocò esondazioni o rotture arginali di 23 corsi d’acqua in sole 24 ore, dall’Idice al Marecchia. Nell’area dei Comuni della Bassa Romagna si ebbero le rotture di Santerno (Sant’Agata e San Lorenzo), Senio (Cotignola e Lugo) e Lamone (Boncellino, Bagnacavallo, Villanova) con vittime e danni enormi. Le piogge furono particolarmente abbondanti e prolungate nella fascia del medio Appennino, con accumuli nei due eventi fino a 550-600 mm di pioggia su diverse località dei bacini del Santerno, Senio e Lamone-Marzeno (Casola Valsenio, San Cassiano sul Lamone, Modigliana). Su queste località la precipitazione media annua è compresa tra 920 e 980 mm. Quindi, in due eventi della durata di 30 ore circa ciascuno, cadde più della metà della pioggia che normalmente si ha in un anno. Nel solo evento del 16-17 maggio caddero 350 milioni di metri cubi d’acqua (bacini di Santerno, Senio e Lamone-Marzeno), equivalenti a quasi 11 dighe di Ridracoli". Come poi se non bastassero gli eventi del 2023, un’altra devastante alluvione ha di nuovo colpito, nel settembre dello scorso anno, parte del territorio della Bassa Romagna. A pagare lo scotto più alto è stata la frazione bagnacavallese di Traversara, devastata dalla furia delle acque del Lamone. Le immagini delle abitazioni sventrate dalla furia delle acque sono ancora negli occhi di tutti. Danni assai ingenti, in questo caso a causa della rottura dell’argine del Senio nei pressi della ‘Chiusaccia’, si registrarono ancora una volta nel cotignolese e a Lugo.

Pur tra mille difficoltà, anche la Bassa Romagna non si è data per vinta, rimboccandosi le maniche e facendo il possibile per ripartir. Sempre in attesa degli indennizzi che, stando alle testimonianze di larga parte dei diretti interessati, sono stati finora ‘erogati con il contagocce’. Gli eventi alluvionali saranno pure ricordati per l’incessante attività da parte di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, forze dell’ordine, associazioni e realtà di ogni di ogni genere, ma anche per le tantissime persone, in particolare giovani, che in quei drammatici giorni - armati di guanti, stivali e pale - prestarono il loro preziosissimo aiuto. Senza dimenticare le innumerevoli iniziative all’insegna della solidarietà che in seguito sono state organizzate a sostegno delle popolazioni colpite le quali, a distanza ormai di diversi mesi da quegli eventi, attendono ancora gli indennizzi, chiedendo inoltre a gran voce che, in termini di sicurezza idraulica, non sia assolutamente più lasciato nulla di intentato.