FILIPPO DONATI
il Carlino: 140 anni di storia

"Ogni giorno vi leggo. Sono fedele alla carta"

Lettore prima del Giorno e ora del Resto del Carlino, Gene Gnocchi, faentino d’adozione, è fra coloro che tutte le...

Lettore prima del Giorno e ora del Resto del Carlino, Gene Gnocchi, faentino d’adozione, è fra coloro che tutte le...

Lettore prima del Giorno e ora del Resto del Carlino, Gene Gnocchi, faentino d’adozione, è fra coloro che tutte le...

Lettore prima del Giorno e ora del Resto del Carlino, Gene Gnocchi, faentino d’adozione, è fra coloro che tutte le mattine si recano in edicola per acquistare la versione cartacea del ‘Carlino’. "Rigorosamente cartacea – sottolinea –. Frequento normalmente l’edicola di viale Baccarini, oppure quella di corso Mazzini. Ho sempre letto le vostre pagine, prima quelle del Giorno, quando abitavo a Fidenza ed ero spesso a Milano, e ora quelle del Carlino. Posso dire di aver visto il giornale evolvere, così come è cambiata l’Italia in questi decenni".

Il suo volto per molti è legato indissolubilmente al mondo del calcio: com’è cambiato il racconto dello sport?

"Da osservatore ho purtroppo visto allargarsi il divario fra il nostro calcio e quello europeo: in serie A si privilegia ancora troppo la fisicità, i dribbling sono diventati rarissimi. Per trovare un calcio nelle mie corde, con giocatori alti 1.70, veloci, fantasiosi, devo guardare le squadre spagnole o francesi. Purtroppo il vento sembra non soffiare nelle nostre vele: la qualificazione ai mondiali 2026 è tutt’altro che una certezza".

I mondiali, appunto: le estati italiane hanno perso uno dei loro riti?

"Mia figlia non ha ricordi di aver sentito l’Inno di Mameli a una Coppa del Mondo, eppure ha già dodici anni. Ma non dobbiamo abbatterci troppo: in sport altrettanto globali, come il tennis e l’atletica, recitiamo ruoli da protagonisti quando invece decenni fa era rarissimo vedere un italiano lottare per un podio. Oggi abbiamo il privilegio di ammirare in campo Jannik Sinner, Jasmine Paolini, Nadia Battocletti, Mattia Furlani, e di rimanere pure delusi se alla fine la medaglia non è del metallo più prezioso".

E’ cambiato lo sport, ma sono cambiati anche lettori e fan, non è così?

"I giovanissimi tendono a seguire gli highlights, una finale lunga ore non è nel loro dna. Lo stesso accade per l’editoria: personalmente sono tra coloro che ancora scrivono tutto con carta e penna. Non potrei farne a meno, senza un foglio da guardare mi sentirei come se non avessi concluso nulla".

Filippo Donati