SOFIA NARDI
il Carlino: 140 anni di storia

Sandro Siboni (Cna): "Le nostre sfide?. Ambiente, tecnologia e infrastrutture"

Il nuovo presidente provinciale dell’associazione di categoria: "Siamo un gruppo in buona salute e in costante crescita. Come il Carlino siamo sempre connessi al nostro territorio".

Il nuovo presidente provinciale dell’associazione di categoria: "Siamo un gruppo in buona salute e in costante crescita. Come il Carlino siamo sempre connessi al nostro territorio".

Il nuovo presidente provinciale dell’associazione di categoria: "Siamo un gruppo in buona salute e in costante crescita. Come il Carlino siamo sempre connessi al nostro territorio".

Il futuro dell’artigianato di Forlì e del comprensorio, tra conquiste e sfide da affrontare per un settore che, per crescere, ha bisogno di coniugare la tradizione e l’innovazione: a tracciare il quadro è Sandro Siboni, da poco eletto presidente di Cna Forlì-Cesena.

Sandro Siboni, neo presidente di Cna Forlì-Cesena, la sua elezione coincide con un rinnovo dei vertici dopo 10 anni di continuità. Come affronta questo suo nuovo incarico?

"Questo è per me un nuovo inizio, ma è anche una prosecuzione di un percorso all’interno di Cna partito nel 1985, anno in cui mi iscrissi. Da allora ho ricoperto tanti ruoli all’interno dell’associazione, l’ultimo in ordine cronologico quello di presidente dell’area Cesena-Valle del Savio".

Come ha trovato la sezione provinciale di Cna?

"Come già sapevo, è un’associazione in piena salute, sia da un punto di vista economico che per numero di associati, in costante crescita. Essere al timone di questa realtà, che conta ben 23 sedi in provincia, mi rende molto orgoglioso, ma comporta anche grandi responsabilità, soprattutto ricevendo il testimone da Lorenzo Zanotti, che ha fatto un grande lavoro, anche grazie a dei validissimi collaboratori guidati dal direttore generale Franco Napolitano".

Il suo mandato si svilupperà in continuità con quello che è già stato fatto in passato?

"Lo scopo è di mantenere l’associazione nelle ottime condizioni in cui l’ho trovata, ma non solo: il motto che ha fatto da filo conduttore alle 18 assemblee che abbiamo tenuto nei mesi scorsi era ‘crescere insieme’, ed è quello che vorrei fare: progredire come Cna portando con noi i nostri associati. E lo vorrei fare mettendo il territorio al centro: la singola impresa rimane per noi prioritaria, ma il vero sviluppo si ha quando si volge lo sguardo a tutto il tessuto economico e sociale".

Le vostre azioni, quindi, dovranno avere ricadute su tutto il territorio provinciale?

"Noi abbiamo un forte occhio di riguardo verso la nostra comunità, ne è la prova il progetto Cna Non Profit, nella consapevolezza che il nostro ruolo è anche quello di fare lobby. Non deve essere una parola che fa paura: si tratta essenzialmente di fungere da corpo intermedio a sostegno delle imprese in vari ambiti e in varie realtà: noi abbiamo un ruolo provinciale, ma abbiamo omologhi regionali e nazionali. E non solo: abbiamo un ufficio europeo a Bruxelles. Questo significa che partiamo dalle piccole realtà, ma il nostro territorio è l’Europa".

Quali sono le sfide più urgenti che vi apprestate ad affrontare?

"Sicuramente ci sono sfide legate alla sostenibilità delle imprese, alle quali ci rapportiamo offrendo il nostro sostegno per migliorare le performance ambientali, sociali e di governance. Un altro tema caldo, poi, sono la tecnologia e l’informatica, in particolare pensiamo al mondo dell’intelligenza artificiale. In questo caso ci adoperiamo per informare e formare gli associati, sempre tenendo presente un grande limite: ci sono ancora zone in provincia non coperti da una buona connessione. È un dibattito che portiamo avanti da tempo con le istituzioni dei territori: servono infrastrutture adatte".

Quando parla di infrastrutture pensa principalmente alla rete internet?

"Non esclusivamente: c’è anche il tema dei collegamenti stradali, basti citare il tratto tra Forlì e Ravenna, ma mi riferisco anche alle ferrovie, ai porti…".

E agli aeroporti?

"Quello dello scalo forlivese è un tema caldo. Il presidente della Regione Emilia-Romagna de Pascale ne ha parlato ampiamente durante un nostro congresso e io condivido il suo pensiero: una struttura come il Ridolfi è un grande vantaggio per la nostra economia, la speranza è che sia sostenibile. Certamente nell’analisi della situazione si dovrebbero mettere da parte inutili campanilismi".

Tra i vostri progetti molti riguardano i giovani. Di cosa si tratta?

"Un problema molto sentito dalle imprese che operano nel mondo dell’artigianato è la difficoltà nel reperire manodopera, ed è un peccato che si debbano perdere queste competenze preziose. Per questo ci rivolgiamo spesso alle scuole di ogni ordine e grado con lo scopo di far conoscere ai ragazzi i mestieri artigianali: magari alcuni di loro se ne innamoreranno".

In questi giorni si festeggia il 140° compleanno del Resto del Carlino. Cosa rappresenta per voi?

"Un alleato al fianco del quale abbiamo percorso un bel tratto di strada. Abbiamo anche molto in comune. Entrambi siamo realtà storiche: il Carlino ha 140 anni, noi 70, ed entrambi rappresentiamo il territorio, con le sue sfaccettature e i suoi bisogni, cercando di essere comprensibili e alla portata di tutti. L’informazione, e la stampa in particolare, hanno un ruolo cruciale nella nostra società: quello di raccontare con serietà e rigore".