
Sergio Scipi, presidente di Confcommercio Faenza (Foto Tedioli)
Sergio Scipi, presidente di Confcommercio Ascom a Faenza, è il titolare dello storico negozio di ottica Scipi, in pieno centro storico. Ed è dal cuore della città che vuole partire, ricordando le attività che si sono rimboccate le maniche, hanno imbracciato le pale per rimuovere il fango cercando di riaprire quanto prima, dopo il dramma dell’alluvione.
Presidente Scipi, qual è la situazione attuale nel centro di Faenza dal punto di vista delle attività commerciali?
"Molte hanno riaperto, alcune dopo qualche settimana, altre dopo mesi. Ed è una cosa bellissima, soprattutto considerando le difficoltà che la città ha dovuto affrontare a causa di quello che è successo. Poi, c’è chi ha deciso di non riaprire, ma credo che in alcuni casi non sia dipeso solo dall’alluvione".
Da cosa crede sia dipeso allora?
"In alcuni casi l’alluvione ha velocizzato un processo già avviato, legato a problematiche già esistenti e legate alle attività di vicinato in generale. Faenza non è diversa da altri centri storici dalle dimensioni simili sul nostro territorio. Ci sono questioni che riguardano un po’ tutte le città di provincia".
Allora in che modo pensa si debba intervenire a favore delle attività del centro?
"Sicuramente si può lavorare sull’accessibilità, rendendola maggiore con più parcheggi, per fare un esempio. Come Confcommercio lo abbiamo detto più volte".
Cos’altro?
"Incentivare l’affitto dei locali sfitti, così da avviare nuove attività. Promuovere gli acquisti in presenza per evitare che vengano danneggiati dall’e-commerce e, in generale, dalle abitudini di consumo che stanno inevitabilmente cambiando. Queste ultime sono ovviamente questioni non di natura prettamente locale, ma più generali".
Le abitudini cambiano, è vero, ma aumenta anche la consapevolezza di quanto sia importante mantenere vivo e popolato il centro storico delle città.
"Assolutamente. Ora è chiaro a tutti che i centri storici sono vitali e il commercio è fondamentale: se viene a mancare il commercio, viene a mancare la comunità. Significherebbe abbandonare le strade al degrado, all’insicurezza, allo spopolamento".
Ci sono categorie merceologiche più a rischio di altre?
"Forse quelle con meno necessità di un intermediario nell’acquisto. Anche se la professionalità paga sempre. Ovvio che, per un settore come la ristorazione, clienti e fornitore hanno necessità di vicinanza reciproca, quindi quest’ultima è forse quella che meno risente dell’on-line".
Oggi a Faenza si celebrano i 140 anni del Resto del Carlino, che rapporto ha con il giornale più antico della città?
"Amo molto leggere il giornale, anche se il tempo è sempre poco, soprattutto quando si lavora. Mi piace comprarlo quando sono in vacanza, altrimenti sono il classico lettore che, al bar, mentre beve il caffè, cerca di accaparrarsi il Carlino prima che ci riesca qualcun altro".
Annamaria Corrado