GIANCARLO FALCIONI
il Carlino: 140 anni di storia

Il tour per i 140 anni del Carlino fa tappa oggi a Macerata: un territorio tante sfide

Il cantiere più grande d’Europa prova a regalarsi un futuro. Il capoluogo e l’entroterra alle prese con il post sisma, sulla costa una crescita da governare. Cronaca, politica e società: dal 1951 il legame speciale tra il Carlino e la provincia di Macerata

L'appuntamento, oggi a Macerata, per i 140 anni del Carlino

L'appuntamento, oggi a Macerata, per i 140 anni del Carlino

Macerata, 30 giugno 2025 – Il tour per i 140 anni del Carlino (lo speciale) fa tappa oggi a Macerata. L’appuntamento è alle 18 nel cortile di Palazzo Conventati, a piaggia della Torre. «Caffè Carlino», questo il titolo dell’incontro, aperto a tutti, alla presenza del vicedirettore Valerio Baroncini. L’incontro – studiato come un talk per dare voce ai protagonisti del territorio – vedrà gli interventi del presidente della Regione Francesco Acquaroli, del sindaco di Macerata e presidente della Provincia Sandro Parcaroli, del sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica. E ancora, Andrea Angeli, funzionario dell’Onu e peace-keeper; Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia; Albino Massaccesi, vicepresidente della Lube; Rosaria Del Balzo Ruiti, presidentessa della Croce Rossa delle Marche. A completare il parterre, l’arbitro di serie A Juan Luca Sacchi e Marco Vinco, direttore del Macerata Opera Festival. Per partecipare basta iscriversi al link ilrestodelcarlino.it/140/tour-macerata. Seguiranno buffet e cocktail.

Se a Bologna tutto ebbe inizio il 21 marzo di 140 anni fa, quando il Resto del Carlino fece il suo debutto nelle edicole, a Macerata il capitolo iniziale di questa lunga storia venne scritto il 20 novembre del 1951, giorno nel quale fu mandato in stampa il primo numero dell’edizione locale del giornale. Giusto per farsi un’idea su quell’epoca in bianco e nero, al timone della città c’era un sindaco partigiano – il democristiano Otello Perugini –, la stagione lirica dello Sferisterio non era ancora nata, Civitanova era poco più di un “paesotto”, con i suoi 21mila abitanti. Quasi 74 anni più tardi, alla guida del Comune c’è un imprenditore leghista – Sandro Parcaroli –, lo Sferisterio si sta preparando a ospitare la 61esima stagione lirica della sua storia, Civitanova ha sorpassato da tempo il capoluogo per numero di abitanti e vitalità.

In questi anni, il Carlino ha continuato a dare notizie su Macerata e sulla sua provincia: prendendo in prestito le parole dell’ex direttore Marco Leonelli, oltre 26mila notti passate a raccontare un territorio. Il nostro giornale lo ha fatto attraverso grandi firme, come quella di Giancarlo Liuti, per anni inviato speciale di questo giornale. Lo ha fatto in primo luogo sul fronte della cronaca, passando attraverso fatti che hanno lasciato il segno nella memoria collettiva: dalla notte di fuoco che nel 1977 costò la vita al maresciallo Sergio Piermanni alla strage di Sambucheto del 1996; dal massacro di Pamela Mastropietro al raid razzista di Luca Traini nel tremendo inverno del 2018; dal terremoto del 1997 a quello – ancor più devastante – dell’ottobre del 2016, le cui ferite faticano ancora a rimarginarsi.

E proprio il sisma è uno degli spartiacque decisivi degli ultimi anni. Mentre la ricostruzione finalmente ha smesso di avanzare a passo di lumaca, mentre il capoluogo e l’entroterra sono al centro di quello che è stato definito “il cantiere più grande d’Europa”, non è ancora chiaro su quali direttrici si può basare lo sviluppo futuro di un territorio alle prese con un implacabile inverno demografico. A Macerata come nei piccoli centri dell’Appennino si investono milioni su milioni per ricostruire scuole che però sono sempre più vuote, perché mancano i bambini. Una buona fetta di giovani – forse più che in altre parti d’Italia – aspetta solo l’occasione per fare le valigie e andarsene altrove.

Un’emorragia che riguarda soprattutto l’entroterra: chi era rimasto senza un tetto dopo le scosse si è trasferito sulla costa e non sempre ritorna, anche quando la casa è stata ricostruita. Tanto più che nel frattempo il territorio montano è stato spogliato di servizi. Si pensi alla sanità: in diversi piccoli comuni il medico di base o la guardia medica sono diventati un ricordo sbiadito. Ma contro tutto e tutti c’è chi non si rassegna, chi riempie di senso la parola “resilienza”, chi continua a scommettere sui borghi, sulle potenzialità di un territorio che ha tanto da offrire in termini di bellezza, di cultura, di qualità della vita e anche di economia. Mentre si prova (lentamente) a colmare il gap infrastrutturale che da sempre penalizza il Maceratese, i segnali di vivacità non mancano. E non è un caso che sempre più stranieri facciano capolino sui Sibillini e sulle colline maceratesi.

Quanto al capoluogo, la pioggia di milioni arrivata grazie ai fondi della ricostruzione e del Pnrr sta ridisegnando la città, anche in alcuni dei suoi luoghi simbolo. La sfida è ora fare in modo che gli investimenti fatti o in corso non rimangano fini a se stessi, ma siano capaci di dare un nuovo impulso allo sviluppo della città. Una città i cui destini sono legati a doppio filo con quelli dello Sferisterio (con la 61esima stagione ormai alle porte) dell’Università, autentico motore dell’economia cittadina e tra gli ultimi baluardi contro il rischio di desertificazione del centro storico. Un rischio – quello della desertificazione – che certamente non corre Civitanova, la città costiera diventata primo comune della provincia. Qui, semmai, il problema è l’opposto: quello di governare un’esuberanza e uno sviluppo che se da un lato attirano giovani, lavoro e investitori, dall’altro portano con sé giri non sempre raccomandabili e appetiti che si scontrano con la storia della città. Dalla montagna alla costa, dopo 74 anni di Carlino a Macerata, ci sono ancora molte pagine da scrivere.