"Teniamo vive e tramandiamo le nostre tradizioni"

La nascita a Milano dopo la Prima guerra mondiale. Nello statuto sono fissati gli obiettivi. Oltre 300mila i soci

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"Tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta; rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza". Sono alcuni dei capisaldi indicato nell’articolo 2 dello Statuto dell’Ana. L’Associazione Nazionale Alpini nacque a Milano sulla spinta della durissima prova che l’Italia aveva attraversato nella Prima Guerra Mondiale. Pur vittorioso, il Paese uscì drammaticamente provato da tre anni di conflitto: "I reduci di quella terribile esperienza – spiega l’Ana – e in particolare gli Alpini, temprati dai combattimenti in montagna e uniti dal loro granitico spirito di corpo, decisero di unirsi e fare qualcosa di concreto per aiutare le famiglie dei commilitoni e per non disperdere il patrimonio di solidarietà e valori umani che si era creato sulle creste e nelle trincee". Un ruolo fondamentale fu quello di di Arturo Andreoletti (morto nel 1977), alpinista, ufficiale pluridecorato. Fu grazie al suo impulso, e alla spinta di altri fondatori, che l’8 luglio del 1919 si costituì l’Associazione Nazionale Alpini. L’idea prese forma a Milano, dove, nella Birreria Spatenbräu di Angelo Colombo, pure lui tra i fondatori, si riunivano i reduci: la prima sede della neonata Associazione fu nella vicina Galleria Vittorio Emanuele. Il primo presidente fu Daniele Crespi. Dal 2013 è in carica Sebastiano Favero. La prima Adunata nazionale fu organizzata nel settembre del 1920, sul Monte Ortigara, teatro di una delle battaglie più sanguinose della guerra e ribattezzato ’Calvario degli Alpini’. A quel primo appuntamento ne seguirono altri venti sino al 1940, a Torino. A causa della Seconda Guerra Mondiale la manifestazione fu sospesa per sette anni. Nell’ottobre del 1948 si svolse a Bassano del Grappa la prima Adunata del dopoguerra. Dopo la sosta del 1950, anno del Giubileo, riprese senza più interrompersi. Se non - è qui siamo all’attualità - con l’Adunata di Rimini e San Marino, nel 2020 e 2021 a causa della pandemia. L’Associazione Nazionale Alpini a inizio 2021 vantava oltre 330mila soci, con 80 Sezioni in Italia, 30 in varie nazioni, più otto gruppi autonomi: cinque in Canada (Calgary, Sudbury, Thunder Bay, Vaughan e Winnipeg), in Colombia, Slovacchia e a Vienna. Le Sezioni si articolano in 4.400 Gruppi. Ai 250mila soci ordinari si aggiungono 80mila aggregati. Innumerevoli gli interventi dell’Associazione in circostanze drammatiche, in Italia e all’estero, dal Vajont al Mozambico al terremoto dell’Aquila. E, soprattutto, il ’miracolo degli Alpini’, ovvero la costruzione in soli sette giorni dell’ospedale nella Fiera di Bergamo per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19.