"A Inalca imballaggi riciclati e rinnovabili La sostenibilità ambientale è una priorità"

Giovanni Sorlini, responsabile Qualità e sicurezza della società del Gruppo Cremonini: "In futuro la vera sfida sarà il biometano da scarti zootecnici"

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di Marco Pederzoli

Inalca, società del Gruppo Cremonini leader europeo nella produzione di carni bovine, ha pubblicato la settima edizione del Bilancio di Sostenibilità, aggiornato all’esercizio 2020 e decisamente orientato verso importanti progetti futuri. Grazie al completo controllo della filiera, Inalca ha potuto aggiornare in modo puntuale e analitico il documento, redatto in linea con i Sustainable Development Goal’s fissati dall’Onu, in conformità allo standard internazionale GRI-Global Reporting Initiative ("in accordance core"), basato sul perimetro del bilancio consolidato e ampliato alle attività internazionali in Russia e in Africa (continente a cui è stato dedicato un focus specifico). Il documento ha avuto anche l’asseverazione da parte Deloitte & Touche. A spiegare alcune delle novità contenute in questo documento è Giovanni Sorlini (foto), responsabile Qualità, Sicurezza e Ambiente di Inalca.

Dottor Sorlini, innanzitutto come si caratterizza quest’anno il Bilancio di Sostenibilità di Inalca?

"Da questo documento emergono dati che dimostrano nei fatti l’impegno di Inalca nei tre ambiti – economico, sociale e ambientale – in cui si declina la sostenibilità. Emerge, per esempio, che Inalca crea ricchezza per il territorio e la condivide con tutta la filiera: infatti, il valore economico generato e distribuito agli stakeholder risulta pari al 94,3%, a dimostrazione dell’alto tasso di sostenibilità dell’azienda".

Oggi, come accennava, non si può però prescindere anche dall’ambiente. Cosa sta facendo Inalca in questo senso?

"Per quanto riguarda l’ambiente, dal punto di vista del risparmio energetico e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili, Inalca autoproduce quasi il 100% del proprio fabbisogno energetico di cui il 36% da fonte rinnovabile. L’energia prodotta deriva da 6 impianti di cogenerazione alimentati a gas naturale, 2 cogeneratori a fonte rinnovabile (grassi animali), da impianti biogas alimentati a biomasse ottenute dalla trasformazione degli scarti agricoli e industriali, e dagli impianti a pannelli solari distribuiti sugli stabilimenti. Complessivamente, il contributo di Inalca al cambiamento climatico è quantificabile in una riduzione di emissioni di CO2 pari a 22.244 tonnellate non emesse in atmosfera solo nel 2020".

Veniamo al tema dei rifiuti. Inalca è sostenibile anche sotto questo aspetto?

"Ancora una volta facciamo parlare i numeri. Il 99% dei rifiuti è avviato a raccolta differenziata e sono oltre 7.000 le tonanno di compost prodotte dagli scarti di lavorazione e recuperate in agricoltura come fertilizzante organico".

Essere leader in Europa nella produzione di carni bovine e prodotti trasformati a base di carne, introduce anche un altro importante tema: gli imballaggi.

"E’ molto importante il dato sugli imballaggi. I nostri sono realizzati per il 45% con carta riciclata, il 17% con plastica riciclata e il 72% con alluminio e acciaio riciclato. A tutto ciò va aggiunto il dato sul riciclo dell’acqua: ben 95.000 metri cubi di acqua depurata vengono recuperati ogni anno, e oltre il 90% degli approvvigionamenti idrici sono gestiti direttamente dall’azienda, assicurando una gestione senza sprechi della risorsa idrica".

Come si pone oggi Inalca in tema di benessere animale?

"Ci impegniamo nel campo del benessere animale non solo con l’applicazione dello standard ufficiale CReNBA (centro di referenza nazionale per il benessere animale) promosso dal ministero della Salute sulla filiera bovina, ma anche con l’implementazione di un nostro protocollo condiviso con gli allevatori".

Una grande sfida per il futuro?

"Produrre energia da fonti rinnovabili, come la trasformazione degli scarti zootecnici in biometano, che possano sostituire quello fossile per alimentare le nostre flotte di trasporto e macchine agricole".