Consumi: il bio va meno peggio "Ma il calo comincia a preoccupare"

Andamento migliore del tradizionale per frutta e verdura. Non basta e suona il campanello d’allarme: "I morsi di questa crisi che sta investendo l’Europa si stanno sentendo anche nel nostro comparto"

Il calo dei consumi comincia a preoccupare anche i produttori di frutta e verdura bio

Il calo dei consumi comincia a preoccupare anche i produttori di frutta e verdura bio

I consumi di frutta e verdura bio tengono meglio rispetto a quelli del comparto convenzionale, ma i cali imposti dalla crisi in questo 2022 iniziano a essere un campanello d’allarme per i produttori. A tracciare il quadro è Paolo Bruni, presidente Cso Italy, in occasione di un evento su opportunità e criticità sul mercato del biologico organizzato da Made in Nature, progetto cofinanziato dall’Unione europea e da Cso Italy per promuovere la cultura dell’ortofrutta e del biologico in particolare in Italia, Francia, Germania e Danimarca con una dotazione finanziaria 2,2 milioni per il triennio 2022-2025. "Se mi avessero chiesto come stanno andando i consumi bio all’inizio di quest’anno avrei risposto con convinzione che stanno sostanzialmente andando bene e tenendo abbastanza nonostante gli ultimi due anni: c’è stato un lieve calo nel 2020-21 di 1-2 punti percentuali, ma nel settore convenzionale dell’ortofrutta in quegli stessi anni c’è stato un calo 8-10% – ha spiegato Bruni – Oggi però non posso più fare questo ragionamento perchè nel 2022 c’è stato anche nel bio un calo sostanziale che si differenzia in positivo rispetto ai consumi del convenzionale ma anche il bio ha fatto -8%, rispetto al -14% del convenzionale. Meno peggio sicuramente, ma i morsi di questa crisi che sta investendo l’Europa si stanno sentendo purtroppo anche nel biologico". A livello europeo nel 2021 la Danimarca si è confermata al primo posto nella classifica dei consumi di frutta e verdura biologica con una spesa pro-capite bio che arriva al 13%. I tedeschi ne hanno consumate circa 811mila tonnellate con consumi saliti del 46% dal 2017 al 2021, l’Italia 339mila, il mercato francese invece registra una crescita come quella del convenzionale al +4,9%.

"Queste tendenze mostrano un Nord Europa più solido e strutturato rispetto all’Europa orientale e meridionale. Uno scostamento che trova ragione nelle differenze retributive delle diverse nazioni – ha detto Paolo De Castro, membro della Commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale presso il Parlamento Europeo – Stiamo vivendo una fase congiunturale molto particolare in cui si assiste a un boom dei discount, legato alla crisi energetica e al conseguente aumento dei prezzi. Guardando con un occhio più lungo il biologico è comunque destinato a crescere, anche grazie alla nuova Pac che entrerà in vigore a breve e che mira a fornire un sostegno più mirato alle imprese, anche alle più piccole". Al progetto Made in Nature partecipano anche aziende leader del mercato italiano come Apofruit Italia, Brio, Canova, Ceradini, Conserve Italia e Orogel Fresco, aziende che vedono in una ampliamento dell’offerta di ortofrutta bio una strada da percorrere per cogliere le opportunità di questo mercato, nonostante il rallentamento in corso.