"Costi ancora alti e rincari sulle materie prime Invito i consumatori a puntare sulla qualità"

Sabina Villani, direttrice marketing di Maletti 1867, storico marchio del Modenese, traccia il quadro dell’agroalimentare e del mercato dei salumi

Maletti 1867, storico marchio del Modenese

Maletti 1867, storico marchio del Modenese

di Francesco Moroni

Come sta andando il 2022? "Non è un momento roseo per noi, ma pensiamo anche per i nostri concorrenti e tutto il settore. I costi restano altissimi e non ci si può permettere aumenti proporzionati, in grado di coprire quel divario. Poi ci sono i rincari sulle materie prime e le prospettive per i prossimi mesi parlano di altri aggravi: un mix atroce".

Sabina Villani (nella foto), direttrice marketing di Maletti 1867, risponde così e traccia un quadro attuale del comparto agroalimentare e del mercato dei salumi. Lo storico brand del Modenese dal 2004 è infatti passato sotto Villani Spa, l’ultima delle storiche aziende salumiere del territorio ancora in mano alla famiglia di origine, distante pochi chilometri dalla sede della Maletti e legata ad essa da un antico legame di parentela.

Il quadro non è dei migliori, quindi?

"E in più va considerato anche l’impatto della peste suina sul mercato che, in queste occasioni, diventa esageratamente protezionista. In questo Paese, se due cinghiali contraggono la malattia, si blocca tutto. E così anche l’export è entrato in crisi".

Quali altri fattori pesano su questo momento storico?

"La guerra sicuramente, con le speculazioni che portano i prezzi alle stelle: raggiungere l’autonomia energetica come Paese sarebbe di estrema importanza. Se non ci mettiamo in testa di dover perseguire quest’obiettivo, il problema crescerà sempre di più e a soffrire è la parte più bella e interessante della piccola industria italiana. Abbiamo i forni di Venezia, le celle frigorifere alimentari, la manifattura, le vetrerie, il cibo: le aziende tipiche e più famose d’Italia sono quelle che soffrono di più e che alla lunga svaniscono, magari per riaprire all’estero. Basta guardare cos’è successo all’industria tessile. Il problema delle speculazioni va risolto, soprattutto perché diventa ‘un giochino’ su cui certe persone marciano: ci sono in ballo tanti soldi".

Al nuovo governo quali richieste potreste avanzare?

"Penso sia prioritario diminuire l’Iva sui beni alimentari: soltanto il pane, l’olio, la farina hanno l’imposta al 4%, mentre il resto dei prodotti è al 10. Così si potrebbe aiutare il consumatore, che non può vivere di solo olio e pane. In più c’è tutto il discorso che riguarda il Sud Italia…".

Che cosa intende?

"A Milano, ad esempio, gli stipendi sono alti e la vita costa tanto, mentre al sud si spende molto meno, eppure manca completamente un sistema di costi del lavoro commisurato al costo della vita. Se così non fosse, molte imprese valide ci penserebbero prima di andarsene ed espatriare all’estero, come hanno fatto molti in Cina".

Per il prossimo anno quali prospettive vedete?

"Finché perdura la guerra, non penso che i prezzi caleranno. Noi come azienda stiamo continuando a vendere perché si punta ancora sulla qualità dei prodotti. Mi verrebbe da suggerire che, se passasse il concetto di voler vendere un po’ meno, ma continuando a mangiare meglio, molte situazioni potrebbero essere diverse. Faccio un invito a consumare in maniera intelligente, salvaguardando la qualità. Purtroppo c’è un trend di clienti che si spostano verso i discount, mentre mangiare più sostenibile significa sprecare meno. Mi viene in mente un esempio recente in un ristorante di Bologna…".

Ci racconti.

"È un posto dove si mangia bene. Io e mio marito abbiamo ordinato un piatto di pasta e una cotoletta: sono arrivate porzioni esagerate, io stessa non sono riuscita a finire il secondo. Ma allora dico: non si possono fare porzione diverse, di più tipi, magari mettendo anche una scelta sulla dimensione del piatto, in modo da non buttare via il cibo? Il mio bisnonno diceva sempre che tanti piccoli fanno uno grande: significa che invece di attaccarci e colpevolizzaci a vicenda, potremmo mettere insieme tante piccole idee sotto una visione comune, a beneficio di tutti. Non sarebbe meglio?".