Cresce in Italia la ‘finanza alternativa green’

Niccolò Sovico, ceo di Ener2Crowd.com: "Nel nostro Paese esiste un’economia con un’elevatissima efficienza d’uso delle risorse"

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di Marco Principini

Cresce in Italia la ‘finanza alternativa green’, sostenuta e rappresentata anche dalla piattaforma Ener2Crowd.com, specializzata nel lending crowdfunding ambientale ed energetico. Insieme al GreenVestingForum.it, il forum della finanza alternativa verde, la piattaforma ha potuto osservare che il nostro Paese è leader in Ue in quanto a "produttività d’uso delle risorse". Vero è infatti che - a parità di potere d’acquisto - per ogni chilo di risorsa consumata, l’Italia genera 3,65 euro di Pil, contro i 2,90 euro della Francia, i 2,50 euro della Germania ed una media Ue ancora più bassa, pari a 2,30 euro.

"Il rapporto tra consumo di materia e Pil - la produttività delle risorse - posiziona il nostro Paese al primo posto in Ue. Un risultato che evidenzia l’esistenza di un’economia con un’elevatissima efficienza d’uso delle risorse, elemento chiave della sostenibilità e della transizione ad una economia circolare" commenta Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.

"Certo sulla strada del riciclo in Italia c’è ancora molta strada da fare - ad esempio solo il 25% delle pavimentazioni stradali rimosse viene riciclato - tuttavia l’Italia è al primo posto anche in quanto al tasso di utilizzo della ‘materia seconda’, forse il più puntuale indicatore della ‘circolarità dell’economia’. Includendo gli usi industriali ed i materiali energetici, il nostro Paese si caratterizza per un utilizzo del 18% di ‘materia seconda’ (quella derivata dai residui dei processi produttivi o dal recupero dei materiali) sui consumi totali di materia" puntualizza Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore di Ener2Crowd.com nonché chief analyst del GreenVestingForum.it.

Certo è che negli ultimi 12 mesi la raccolta green è più che raddoppiata, grazie anche ad un numero crescente di GreenVestors che cercano rendimenti medio-alti e nel contempo stabili e resilienti rispetto ad esempio all’andamento del mercato azionario o immobiliare. A trainare la classifica per spesa capex è ancora una volta il Nord Italia con la Lombardia che è prima con il 36%, seguita da Veneto con il 15%, Emilia-Romagna con l’11% e Piemonte con il 9%. Il Lazio con il 6% si posiziona quindi al quinto posto e poi seguono Liguria al 3% e Toscana al 2,8%, regione quest’ultima a maggiore partecipazione dal basso, distinguendosi per la quantità di partecipanti rispetto ai volumi. Poi ancora ci sono Campania al 2,5% e Sicilia al 2,3% dove le grandi utility hanno maggiormente sperimentato modelli di coinvolgimento delle comunità locali attraverso progetti per lo sviluppo di impianti agrivoltaici. Il resto delle regioni è invece sotto al 2%.

A partire dal Green Future Index sviluppato dal Mit Techonology review del Massachusetts Institute of technology, ecco infine la nuova Geografia 2022 della Finanza Verde Ue disegnata da Ener2Crowd.com tenendo conto dell’impegno dei diversi Paesi dell’Unione Europea in 5 ambiti: a) emissioni di CO2; b) transizione energetica verso le fonti rinnovabili: c) edilizia verde, consumi green e riciclo; d) innovazione sostenibile; ed e) politiche per il clima.

Sul podio dell’Unione europea si classificano: 1) Danimarca con un 66% di virtuosismo medio nei 5 ambiti; 2) Paesi Bassi con il 64%; e 3) Finlandia con il 62%. Sempre a livello dell’Unione europea seguono: 4) Francia al 61%; 5) Germania al 61%; 6) Svezia al 61%; 7) Belgio al 60%; 8) Irlanda al 59%; 9) Spagna al 58%; 10) Polonia al 56%; 11) Italia al 55%; e 12) Portogallo al 55%. E poi ancora, sotto al 50%, si classificano: 13) Grecia; 14) Austria; 15) Ungheria; 16) Bulgaria; 17) Repubblica Ceca; 18) Lussemburgo; 19) Slovacchia; 20) Romania; e quindi -non presi in considerazione dal Mit Techonology Review-: 21) Malta; 22) Cipro; 23) Croazia; 24) Estonia; 25) Lettonia; 26) Lituania; e 27) Slovenia.

Intanto, in tema di ambiente, arriva un giro di vite sui pesticidi e obiettivi vincolanti per la biodiversità, per la salute degli europei e del Pianeta. La Commissione europea rilancia il Green Deal dal "produttore al consumatore" (from farm to fork), proponendo di dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030 a livello Ue e indicando agli Stati membri un nutrito insieme di obiettivi ambiziosi da raggiungere entro la stessa data, come lo stop al declino delle popolazioni di insetti impollinatori. L’esecutivo Ue ha inoltre iniziato a preparare le carte per vietare l’importazione di alimenti con residui di tiametoxam e clothianidin. Si tratta di due sostanze insetticide ampiamente usate nell’agricoltura di tutto il mondo. Appartenenti alla classe dei neonicotinoidi, non sono approvate in Europa perché contribuiscono al declino delle api. Per l’Ue, la questione è tema ambientale di respiro globale "ed è quindi difendibile in ambito Wto", sottolinea un funzionario della Commissione. Si attendono reazioni ufficiali dei partner commerciali, Paesi in cui i neonicotinoidi sono ancora utilizzati.

Al dibattito di questi mesi sulla food security, tornato in cima all’agenda politica a causa della guerra in Ucraina, la Commissione risponde che la stabilità e la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari nel lungo periodo si garantiscono accelerando, non rallentando, l’azione per il clima. Gli eventi climatici in corso in Europa "minacciano la sicurezza alimentare: il 70% dei suoli è in cattive condizioni e questo limita la produzione di cibo", ha detto il vicepresidente dell’esecutivo Ue Frans Timmermans, citando l’esempio italiano "dove la siccità estrema sta portando a un’orribile carenza d’acqua". "Se non è questo il momento" di agire sul clima, "quando?", ha aggiunto. Così, Bruxelles rilancia sulla sua strategia decennale per i sistemi alimentati sostenibili.