La siccità lascia a secco i frantoi: in Romagna produzione dimezzata

I dati Arpo evuidenziano il forte calo nella parte della regione con la quasi totalità delle colture. Penalizzate anche le zone del centro Italia, mentre a sostenere l’annata sarà il Mezzogiorno

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di Claudio Ferri

Sarà una annata olivicola non certo soddisfacente quella del 2021 perché la produzione emiliano-romagnola fa registrare un calo del 50% rispetto allo scorso anno a causa essenzialmente dalla siccità estiva. Lo rileva l’Arpo, l’Associazione regionale dei produttori olivicoli dell’Emilia-Romagna, sottolineando il forte calo nel territorio romagnolo compreso nelle aree delle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna dove è concentrata la quasi totalità della coltura olivicola. Se le aree olivicole emiliano-romagnole accusano un forte colpo, a livello nazionale la campagna di produzione registra una lieve ripresa sul 2020, almeno secondo quanto è emerso dall’indagine di Italia Olivicola in collaborazione con l’Associazione italiana frantoi oleari (Aifo). Le stime parlano di un raccolto che oscilla tra le 290.000 e le 310.000 tonnellate di olio prodotto. A sostenere la produzione è il Mezzogiorno, soprattutto la Puglia. Va bene anche in altre regioni come Calabria, Sicilia, Basilicata, Abruzzo e Molise. Sembrano fare eccezione Campania e Sardegna, le cui produzioni sono attese in diminuzione come nelle regioni olivicole del centro: Toscana, Umbria, Lazio e Marche.

Nel territorio romagnolo, compreso nelle aree delle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, è concentrata pressoché la totalità della coltura olivicola regionale: circa 3.809 ettari coltivati in Romagna (dei quali circa 3.339 ettari in produzione), in leggero aumento (circa +2% per gli ettari coltivati e circa +3% per gli ettari in produzione sul 2020). Quest’area ha un patrimonio olivicolo importante, sia sul piano economico, sia sul piano paesaggistico e ambientale ed esprime due Dop: “Brisighella” e “Colline di Romagna”. Il potenziale produttivo medio di olive è stimato in circa 10 mila tonnellate ed il numero complessivo di piante presenti in regione è di oltre un milione di unità. La Dop “Colline di Romagna” riguarda quasi 70 ettari nelle province di Rimini e Forlì-Cesena, si ipotizza la produzione di circa 600 quintali di olive a Denominazione di origine protetta, pari a circa 7mila chili di olio. Per quanto riguarda la Dop “Olio Brisighella” (che quest’anno celebra il 25° anniversario dell’ assegnazione di Dop), la stima del raccolto di olive Dop 2021 è di 100.000 chili, con una resa media in olio del 12% e una produzione di circa 12.000 chili di olio. Diventa sempre più importante la presenza di frantoi in regione: se ne contano 33, due nel ravennate, 9 nella provincia di Forlì-Cesena, 22 in quella di Rimini e un frantoio in Emilia. "La qualità del raccolto è sicuramente elevata – commenta Sabrina Paolizzi, tenico dell’Arpo – grazie alla quasi totale assenza della mosca olearia, uno dei parassiti più temuti".