Le feste di Natale saranno salate I rincari stanno colpendo duro

A causa di meteo e pandemia sono schizzate in alto anche le quotazioni dello zucchero. Secondo i consumatori i cenoni potrebbe costare agli italiani 1,4 miliardi in più rispetto al 2020

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di Martino Pancari

Le quotazioni delle materie prime alimentari hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da oltre dieci anni, trainati dai forti aumenti per oli vegetali, cereali e anche zucchero. Lo zucchero grezzo, secondo le stime di Unione Italiana Food ed Areté, a livello mondiale potrebbe avere aumenti di prezzo del 30% da inizio anno, a causa di meteo e Covid. In particolare, per lo zucchero bianco in Europa e in Italia ci sono difficoltà produttive che hanno determinato una erosione delle scorte di zucchero in Europa, che dovrà aumentare le importazioni dai mercati internazionali a prezzi più sostenuti. In Italia i prezzi sono passati dai 460 €t di fine 2020 a quotazioni attuali anche superiori ai 600 €t.

Il Natale 2021, quindi, rischia di essere il più ’salato’ degli ultimi anni sul fronte di prezzi e tariffe, e potrebbe costare agli italiani, a parità di consumi rispetto al periodo pre-pandemia (2019), quasi 1,4 miliardi di euro in più. A lanciare l’allarme è il Codacons, che ha realizzato uno studio per verificare come le tensioni nel settore dell’energia, dei carburanti e appunto delle materie prime potrebbero ripercuotersi sulle spese delle famiglie legate alle prossime festività. Per quanto riguarda il settore alimentare nelle ultime settimane produttori e distributori hanno lanciato allarmi circa i rincari dei prezzi delle materie prime (farine, oli, burro, ecc.) che potrebbero determinare incrementi dei listini al dettaglio per una moltitudine di prodotti trasformati (solo i produttori di panettoni nei giorni scorsi hanno parlato di un rincaro dei loro prodotti del +20%). A tali allarmi si aggiunge l’emergenza energia, con le tariffe di luce e gas che a partire da ottobre hanno subito un incremento rispettivamente del +29,8% e del +14,4% determinando maggiori costi a carico di industrie e imprese. Per finire, il caro-benzina, con la verde che costa oggi il 24,7% in più rispetto allo scorso anno, e il gasolio il 26,4% in più: aumenti dei carburanti che non solo incidono sugli spostamenti degli italiani e sull’intero comparto dei trasporti, ma determinano ritocchi al rialzo dei listini al dettaglio dei prodotti trasportati (in Italia l’85% della merce viaggia su gomma). Tenendo conto di tale situazione e ipotizzando una stima prudenziale dei rincari,secondo i consumatori, solo per il tradizionale cenone e pranzo di Natale le famiglie si ritroverebbero a spendere circa 99 milioni di euro in più rispetto al 2019 con una spesa di 900 milioni per pesci carni e salumi (+2,5%), 430 per vino e bevande (+1,5%), 480 per ortaggi, frutta fresca e secca(+2,7%); 300 per pandori, panettoni e dolci lievitati (+10); 330 per pasta e pane (+10%).