"Settore avicolo a rischio per la guerra dei prezzi"

Secondo l’ad dell’azienda i costi delle materie prime incidono fino al 65% su quello del prodotto

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La scarsità di materie prime anche nel settore agricolo in cui i prezzi "continuano a crescere segnando un incremento medio del 39% rispetto al 2020 e del 52% rispetto al 2019" fa emergere una "prospettiva assai negativa in particolare per il settore avicolo, in cui il costo della materia prima incide in maniera molto rilevante, fino al 65%, sul costo del prodotto non ancora trasformato, cui si somma l’incremento dei costi dei trasporti, dell’energia e dei materiali da imballaggio". A lanciare il grido di allarme è il gruppo cesenate Amadori, colosso del comparto avicolo con 8.500 dipendenti e una quota di mercato di circa il 30% sul totale delle carni avicole nel Paese. "La filiera avicola italiana, l’unica autosufficiente nel settore zootecnico, va tutelata per la sua specificità strategica – osserva Francesco Berti, amministratore delegato dell’azienda romagnola – : per questo riteniamo necessario convocare con urgenza un confronto tra istituzioni, organismi di rappresentanza, trasformatori e, non ultime, distribuzione e Horeca. Il rischio è che questa crisi, se non gestita in maniera condivisa, ricada sui quasi 7.000 allevamenti e 38.500 allevatori professionali presenti nel nostro Paese".