Sull’avicoltura il peso degli aumenti Salgono i costi di energia e mangimi

Piraccini (Fieravicola): "Il Poultry Forum diventerà un evento autunnale permanente a Forlì". Forlini (UnaItalia): "Nonostante l’aumento dei prezzi le carni avicole restano le preferite nel nostro Paese"

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Sulla filiera agricola impattano fortemente gli aumenti di energia e mangimi. Il focus Ismea sulle vendite di uova e carni avicole, presentato recentemente a Forlì in occasione del Poultry Forum, è stato al centro dell’appuntamento rivolto al settore avicolo a cui hanno partecipato gli operatori della filiera, rappresentanti delle associazioni, della distribuzione moderna organizzata, oltre ad autorità e rappresentanti delle istituzioni.

"Il Poultry Forum – spiega Renzo Piraccini, presidente di Fieravicola – ha fatto incontrare l’intera filiera avicunicola, che, ricordiamo, è una delle poche in ambito zootecnico completamente autosufficiente. Vogliamo fare di Fieravicola l’evento di riferimento delle carni bianche per il bacino del Mediterraneo. Il Poultry sarà un evento autunnale permanente a Forlì, perché il settore ha bisogno di momenti di incontro e confronto". L’analisi sull’andamento del comparto, uno dei più importanti della zootecnia italiana, è stato inserito in un più ampio contesto di rilevazioni di macro-tendenze. Secondo l’Indice Ismea, le voci di spesa con gli incrementi più significativi sulla filiera sono il costo dell’energia (+80% nel periodo gennaio-settembre) e i mangimi (+27% rispetto a gennaio-settembre dello scorso anno). Per le carni avicole, che vengono da un 2021 difficile, si registra tuttavia una redditività in recupero. All’aumento dei costi è corrisposto un andamento dei prezzi che ha garantito il recupero.

Diversa la situazione per le uova in termini di redditività. Nonostante il trend dei prezzi in continua ascesa da un anno, nel 2022 l’incremento dei prezzi non riesce a far fronte alla crescita ben maggiore dei costi, con ulteriore deterioramento di redditività, espresso dall’indice della ragione di scambio. In termini di volume, le carni avicole restano le preferite da 9 consumatori su 10 e rappresentano il 41% i volumi tra le carni. Ma cosa si preferisce acquistare? Il prezzo più basso non basta al pollo a busto per essere più competitivo tra le referenze (-4%), mentre tiene il petto di pollo malgrado l’incremento dei prezzi. Le carni elaborate rappresentano ormai la parte più consistente del mercato e quella le cui vendite appaiono più solide. L’ampia gamma, la facilità di preparazione, il contenuto di servizio sono quelli che intercettano l’interesse degli acquirenti più giovani, il cui consumo incrementa e si conferma nelle abitudini con un +20% rispetto al pre-pandemia. "Nonostante l’aumento dei prezzi a doppia cifra – precisa Antonio Forlini, presidente di Unaitalia – le carni avicole restano le preferite dagli italiani. Ma lo scenario è critico. Secondo i dati Ismea, nel 2022 abbiamo assistito a un +18% dei prezzi rispetto allo scorso anno e a un +22% rispetto al 2019".