MARIATERESA MASTROMARINO
Agrofutura 

Gibertoni (Sant’Orsola): "Azienda sanitaria unica? No, meglio l’integrazione"

La direttrice generale dell’Irccs: "Serve una forte attività di coordinamento il prossimo passo è uno strumento normativo regionale che dia regole chiare"

Chiara Gibertoni, direttrice generale dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola, col vicedirettore del Carlino Valerio Baroncini

Chiara Gibertoni, direttrice generale dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola, col vicedirettore del Carlino Valerio Baroncini

Bologna, 18 maggio 2025 – Più che "un’azienda unica" serve "un’integrazione strutturata tra le aziende" sanitarie nell’area metropolitana. A Casa Carlino si discute anche di sanità, grazie alle riflessioni di Chiara Gibertoni, direttrice generale dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola. Il pensiero va all’integrazione delle aziende sanitarie del nostro territorio (compresa Imola), senza però prendere la direzione di una realtà unica. Che "sarebbe uno sforzo istituzionale inutile, a fronte di poco beneficio in termini di visibilità per i cittadini – motiva –. Serve una forte attività di coordinamento, con regole codificate per un’integrazione strutturata". Dopo le sperimentazioni e i protocolli clinici già avviati negli ultimi anni, e il percorso istituzionale in Conferenza socio-sanitaria, "il prossimo passo è quello di una formalizzazione di uno strumento normativo regionale, che dia le regole chiare di convivenza. Ma siamo pronti e abbiamo già tanti progetti di integrazione metropolitana, non siamo stati fermi e funzionano molto bene. Ora serve l’impulso finale, che, però, non è l’azienda unica".

Al centro dell’intervista, la sostenibilità: "Dobbiamo sostenere chi lavora oggi e non dimenticarci del periodo Covid – sottolinea la direttrice –. Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà per la riduzione degli organici all’interno degli ospedali per mancanza di medici e infermieri. In questo il Sant’Orsola è fortunato, ma anche noi subiamo il calo vocazionale e di attrattività di queste professioni". Un bisogno che va "rimesso al centro delle politiche sanitarie". Parlando di ambiente, invece, il Sant’Orsola "consuma come 20mila famiglie" ed è quindi "una piccola città energivora – scandisce Gibertoni –. Da qui è nata l’idea di ripensare l’ospedale come un elemento di tessuto urbano che deve contribuire al piano di sostenibilità".

Nel 2024, l’Irccs ha aderito all’accordo di Bologna Missione Clima, ma "servivano linee strategiche e abbiamo fatto un passo ulteriore, creando un comitato strategico con figure competenti", lavorando con Unibo e a breve anche con l’Azienda Usl. "Il piano verrà deliberato a breve – chiude – e ha vari capitoli, tra cui quello del cibo che è importante. Il Sant’Orsola può contribuire all’alimentazione giusta e corretta, anche a chilometro zero, sostenendo i produttori locali". Ogni settimana, infatti, l’ospedale ospita un mercatino nel chiostro del Padiglione 3.