EGIDIO SCALA
Agrofutura 

Grano duro, quotazioni in caduta: "Importazioni selvagge dall’estero. Così il settore finisce in ginocchio"

La preoccupazione dei coltivatori da Nord a Sud, la Puglia tra le regioni maggiormente sotto pressione. Cavallo (Coldiretti): "I ricavi non coprono i costi sostenuti dalle aziende e mettono a rischio le semine".

Settore cerealicolo colpito dalla siccità, ma anche da eventi estremi A preoccupare fortemente è anche la concorrenza dei Paesi esteri

Settore cerealicolo colpito dalla siccità, ma anche da eventi estremi A preoccupare fortemente è anche la concorrenza dei Paesi esteri

Nella Camera di commercio di Foggia si è riunito un tavolo di crisi sull’andamento del prezzo del grano duro pugliese che è in calo. La quotazione ha perso 22 euro a tonnellata in un mese, passando da 337 euro a tonnellata al 12 marzo 2025 a 315 euro al 16 aprile 2025 alla borsa merci di Foggia. Al tavolo di crisi hanno partecipato il presidente della Camera di Commercio di Foggia, Giuseppe Di Carlo, i componenti della consulta cerealicola di Coldiretti Foggia, Antonio Stasi dell’Università di Foggia ed il dirigente di ricerca del Crea Cerealicolo, Pasquale De Vita, oltre ai rappresentanti dei Comuni della Capitanata, tra i quali Candela, Deliceto, Ascoli Satriano, Ordona, Biccari, Troia, Volturino.

"A preoccupare è la crisi del settore cerealicolo colpito dalla siccità ma anche da eventi estremi, ma il problema concreto è causato dall’abbassamento del valore del grano, a causa delle importazioni selvagge dall’estero e della scarsa valorizzazione del prodotto regionale", ha denunciato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che "dal tavolo cerealicolo di Coldiretti Puglia è emersa la necessità di chiedere alla Regione una misura di sostegno ad hoc per i cerealicoltori". Un’anomalia di mercato su cui "occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 38mila imprese agricole che coltivano grano in Puglia. I ricavi – ha aggiunto – non coprono infatti i costi sostenuti dalle aziende cerealicole e mettono a rischio le semine che risultano già in flessione". Per il direttore regionale, Pietro Piccioni, il calo del prezzo è dovuto "a manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada – ha sottolineato – dove il grano viene coltivato secondo standard non consentiti in Europa per uso del glifosate nella fase di preraccolta. Occorre invece ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali". Un andamento che porterà a "un calo delle superfici a grano duro", secondo le stime fornite da Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Foggia. La provincia di Foggia è il granaio d’Italia perché esprime "la massima produzione nazionale di grano duro".