NICHOLAS MASETTI
Agrofutura 

I 65 anni di Apofruit: "Un successo collettivo fatto di reputazione e credibilità nel tempo"

Il 17 febbraio del 1960 tutto ebbe inizio a Cesena, ancora casa madre. Nel percorso sono tante le aziende entrate a far parte della ’famiglia’. Dalla Sicilia al Trentino anche le anime di Almaverde Bio e Solarelli.

Il 17 febbraio del 1960 tutto ebbe inizio a Cesena, ancora casa madre. Nel percorso sono tante le aziende entrate a far parte della ’famiglia’. Dalla Sicilia al Trentino anche le anime di Almaverde Bio e Solarelli.

Il 17 febbraio del 1960 tutto ebbe inizio a Cesena, ancora casa madre. Nel percorso sono tante le aziende entrate a far parte della ’famiglia’. Dalla Sicilia al Trentino anche le anime di Almaverde Bio e Solarelli.

Era il 17 febbraio 1960 quando a Cesena, dove oggi si trova ancora la sede principale, un gruppo di imprenditori ortofrutticoli diede vita alla Cof, Cooperativa ortofrutticoltori. Già allora, questa iniziativa fu percepita come un’esperienza lungimirante. Il mondo cooperativo stava infatti muovendo i suoi primi passi in un’Italia attraversata dal boom economico Ma nessuno, nemmeno allora, avrebbe immaginato che quella giovane aggregazione tra frutticoltori romagnoli sarebbe diventata una delle più importanti realtà produttive a livello nazionale.

Del resto, la Cof conserva una forte vocazione territoriale, identificandosi esclusivamente con l’areale romagnolo e proponendosi sul mercato con alcune di quelle eccellenze che hanno contribuito alla ricchezza e all’identità di questa terra: la frutta estiva, come fragole, pesche, nettarine, albicocche, susine e alcune altre colture. Sorge poi, nel 1991, l’esigenza di adeguarsi alle mutate condizioni economiche e alle dinamiche di un mercato in forte cambiamento. Siamo infatti agli albori della rivoluzione digitale quando una nuova intuizione vincente fa compiere un ulteriore passo decisivo. Cof si fonde infatti con altre cooperative della zona come Cobar, Cofa e Agrosole.

Dall’operazione, il 28 febbraio 1991 nasce Apofruit. Sono gli anni in cui, in molte aziende, si inizia a parlare delle opportunità di “fare sistema”. Il processo aggregativo continua e nel 1995 Apofruit incorpora la Poa, altra importante cooperativa del cesenate. All’inizio degli anni Duemila, i tempi sono ormai maturi per compiere un altro importante passo in avanti. Corre infatti il 2003 quando Apofruit, dopo aver incorporato nel 2002 la cooperativa Terre Bolognesi di Altedo, ingloba altre cooperative ortofrutticole oltre i confini regionali e, il 23 dicembre di quello stesso anno, prende vita l’attuale società, che sancisce anche nel nome le nuove dimensioni e la propria “vision”: Apofruit Italia. Nello specifico Apofruit incorpora la Cooperativa Vael di Aprilia (Latina), la Cooperativa Metapontina, con numerosi soci e terreni in Basilicata, e Generalfruit, una cooperativa Ravennate, gettando così le basi per quello che è oggi il grande stabilimento di lavorazione di Scanzano Jonico, vero e proprio hub ortofrutticolo per il sud Italia. Nel 2007 viene incorporata Agra-Aiproco di Vignola (Modena). In seguito, la dimensione nazionale si rafforza ulteriormente: nel 2008, infatti, Apofruit Italia arriva anche in terra siciliana, grazie all’acquisizione della cooperativa “Risorgimento” di Donnalucata, in provincia di Ragusa. Il paniere dell’offerta, di conseguenza, si completa ulteriormente, aggiungendo numerose referenze oggi fondamentali, come il kiwi (sia verde sia giallo), gli ortaggi, la patata, gli agrumi, le mele e le già citate fragole. Al fine di valorizzare il paniere dell’offerta inizia un percorso che prevede un’importante politica di Marca con il lancio nel 2000 del marchio Almaverde Bio che contraddistingue le produzioni biologiche di Apofruit e nel 2009 del marchio Solarelli, che contraddistingue l’ortofrutta di qualità esclusivamente Italiana. Infine, da non dimenticare, tra il 2015 e il 2020, un altro paio di importanti operazioni. Si aggiunge l’acquisizione, da parte di Apofruit Italia, del ramo d’azienda “Ortofrutta fresca” della Cooperativa romagnola Terremerse e l’aggregazione con la società cesenate Piraccini Secondo, con conseguente ingresso dei produttori in Apofruit.

Oggi, a 65 anni dalla sua fondazione, Apofruit Italia è una realtà di riferimento a livello internazionale per il comparto ortofrutticolo, fortemente radicata nei territori della Penisola più vocati dal punto di vista ortofrutticolo. L’offerta della cooperativa proviene infatti da un areale che si estende dal Trentino alla

Sicilia, passando ovviamente per Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria, solo per citare alcune delle principali regioni di appartenenza della base sociale. Apofruit Italia, peraltro, ha raggiunto l’assetto attuale in piena salute, dimostrando anno dopo anno una grande capacità di adattarsi alle mutate condizioni economiche e sociali. Se infatti, nel passato, sono stati raggiunti picchi anche di 4.500 soci e di 2 milioni di quintali di conferimenti di prodotto ortofrutticoli, da qualche tempo Apofruit Italia si è consolidata su 2.750 soci e un potenziale di conferimento su 1,5 milioni di quintali. Il valore medio della produzione è di 245 milioni di euro, il bilancio consolidato arriva a una media di 320 milioni di euro. Sono 250 i dipendenti fissi, cui si aggiungono oltre 2.000 collaboratori stagionali. Gli stabilimenti operativi ammontano a otto in Emilia-Romagna, uno ad Aprilia, uno a Guidonia (all’ortomercato di Roma), uno a Scanzano Jonico e una a Donnalucata. La commercializzazione di prodotti ortofrutticoli oggi rimane al 60% sul mercato nazionale, mentre il restante 40% è destinato all’estero (in particolare il 32% in Europa e l’8% Oltremare).

Apofruit Italia ha anche una forte vocazione per il biologico, che oggi rappresenta il 25% della sua produzione e il 30% del fatturato. "La lunga storia di un’impresa – riflette Mirco Zanotti, presidente di Apofruit Italia – è anche segno della sua reputazione e credibilità del corso del tempo. Era il 17 febbraio 1960 quando a Cesena, dove oggi si trova ancora la sede principale, un gruppo di imprenditori ortofrutticoli diede vita alla Cof". "Nel Dna di Apofruit – aggiunge Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit – è scritta la storia di un successo collettivo, di traguardi raggiunti grazie a un quotidiano lavoro di squadra. Per questo abbiamo pianificato non un solo momento, ma una serie di eventi dislocati sui diversi territori in cui siamo presenti, per celebrare i primi 65 anni con il maggior numero di soci possibile".