MATTIA GRANDI
Agrofutura 

In Sicilia le prime tracce di coltivazioni

Secondo uno recente studio risalgono all’età del Bronzo, 3.700 anni prima di Cristo.

La testimonianza è la seconda più antica di tutto il Mediterraneo dopo quella di Malta che risale a 5mila. anni fa

La testimonianza è la seconda più antica di tutto il Mediterraneo dopo quella di Malta che risale a 5mila. anni fa

Le prime tracce di sfruttamento dell’olivo in Italia provengono dalla Sicilia e risalgono a 3.700 anni fa, in piena età del Bronzo: la testimonianza è la seconda più antica di tutto il Mediterraneo dopo quella di Malta che risale a 5.000 anni fa.

Lo dimostra uno studio pubblicato su Quaternary Science Reviews dall’Università di Pisa, da quella della Tuscia e dalla Sapienza di Roma.

Le indagini hanno riguardato in particolare il sito di Pantano Grande, un’area paludosa vicino Messina. I carotaggi eseguiti in questa zona hanno restituito una sequenza continua di sedimenti di circa 3.700 anni. L’analisi al microscopio ha rivelato quantità eccezionalmente elevate di polline di olivo già nella Media Età del Bronzo, il che suggerisce una massiccia presenza di questi alberi e la loro possibile gestione attiva da parte delle popolazioni.

Secondo lo studio, l’olivo selvatico era sfruttato in modo sistematico non solo per la produzione di olio: il legno era usato come combustibile o materiale da costruzione, mentre le foglie servivano come foraggio per gli animali.

Anche se non si trattava ancora di una vera e propria coltivazione, la sua presenza intensiva nel paesaggio suggerisce un intervento umano consapevole e mirato.