Dalle testimonianze fino alle esperienze di successo. Così la "leadership al femminile" si inserisce nel grande mosaico di Agrofutura, vero e proprio tassello fondamentale per guardare alle sfide del futuro. Un viaggio che ha saputo trasformare il palco di Palazzo Pepoli in un contenitore di storie, stimoli e nuove occasioni da cogliere.

"Le donne sono concrete, determinate, fantasiose e lo dimostrano ogni giorno sul campo – spiega Cecilia Bavera, responsabile Direzione Territoriale Emilia Est-Romagna Bper Banca –. Donne che in molti casi si trovano a conciliare lavoro e famiglia, governando insieme più equilibri. Nella mia carriera professionale ho incontrato tante imprenditrici visionarie che mi hanno trasmesso le loro capacità e proprio per questo è importante contaminare le nuove generazioni con la stessa voglia di fare: è fondamentale essere testimonianza attiva, per coltivare quel desiderio necessario per avviare progetti di imprenditoria e guardare insieme al futuro facendo squadra. O meglio, filiera. Perché soltanto così si possono vincere le sfide".
Sul palco anche Silvia Carpio, professionista del Gruppo Mazzoni e coordinatrice per l’Emilia-Romagna dell’Associazione nazionale Le Donne dell’Ortofrutta: "Un’associazione – entra nel dettaglio – che abbiamo fondato a Bologna circa otto anni fa, con un pool di trenta donne; oggi ne contiamo centocinquanta. Una vera e propria squadra di professioniste del settore, in cui non comunichiamo solo tra di noi, ma anche e soprattutto verso l’esterno: un obiettivo che abbiamo portato avanti con convegni aperti al pubblico, partecipazione alle fiere, ma anche con un docufilm che racconta quello che è il nostro mondo, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle nostre attività. La comunicazione, infatti, riveste un ruolo fondamentale, ma c’è tanta strada ancora da fare. Il rischio, altrimenti, è che il cittadino non conosca l’importanza che riveste il nostro settore e quanto pesa sull’economia del nostro Paese".
Presente ieri mattina a Palazzo Pepoli, per il focus sulla leadership femminile, anche Sara Bosi, professoressa Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Alma Mater. "Mi sono laureata in biotecnologie, un ambito che vent’anni fa era sì avanzato, ma poco conosciuto. Nel corso della mia carriera, ho avuto la fortuna di intercettare alcuni personaggi illustri con cui continuo a lavorare ancora oggi, che mi hanno fatto appassionare al tema della ricerca: è stato fin da subito sorprendente, per me, studiare questi meccanismi e rimanerne affascinata allo stesso tempo. Anche per questo motivo, penso che oggi per rimanere all’interno di un contesto lavorativo sia necessario essere appassionati a quello che si fa". Non solo. "La presenza delle donne – conclude Bosi – rappresenta un vero e proprio valore aggiunto, perché la capacità di fare squadra è nel nostro dna".