Soia in ’affanno’ per i cambiamenti climatici

Confagricoltura lancia l’allarme in Veneto "Perdite fino al 40%".

In Veneto la superficie coltivata a soia è in calo del 10% ogni anno e si attesta intorno a 120.000 ettari con capofila Padova, Venezia e Rovigo

In Veneto la superficie coltivata a soia è in calo del 10% ogni anno e si attesta intorno a 120.000 ettari con capofila Padova, Venezia e Rovigo

Soia sempre più in affanno in Veneto, regione dove si concentra la massima produzione in Italia della leguminosa: la sindrome dello stelo verde, conseguenza dei cambiamenti climatici, e la carenza di semi stanno causando la perdita di interesse degli agricoltori, che quest’anno sono più orientati a seminare

mais. Lo sottolinea in una nota Confagricoltura del Veneto. "Negli ultimi anni – spiega Paolo Baretta, presidente della sezione proteoleaginose dell’associazione regionale – si è accentuato il ‘mal verde’, come è chiamato in gergo dai produttori. La siccità fa sì che le piante mantengano le foglie verdi per difendersi dallo stress climatico, impedendo la formazione del baccello. L’anno scorso siamo arrivati a perdite fino al 40%. Abbiamo constatato che con la seconda semina, che avviene in giugno, dopo la trebbiatura del frumento e della colza, si corrono meno rischi. Quindi la tendenza sarà sempre più quella di posticipare la coltivazione, in attesa che l’innovazione ci dia una mano con sementi più resistenti, come già avviene in Sudamerica". In Veneto la superficie coltivata a soia è in calo del 10% ogni anno e si attesta intorno a 120.000 ettari (dati 2023 Veneto Agricoltura), con capofila Padova, Venezia e Rovigo, che insieme concentrano circa il 70% di superfici regionali. I prezzi sono in ribasso, e la guerra dei dazi potrebbe portare la Cina a comprare la soia in Europa anziché dagli Stati Uniti.