NICHOLAS MASETTI
Agrofutura 

"Un profumo riconosciuto, sempre gentile al palato. Abbiamo tanta domanda"

Presidente Monia Dalla Libera, quali sono i tratti distintivi dell’aglio di Voghiera Dop? "I tratti distintivi sono quello della pezzatura, essendo...

Presidente Monia Dalla Libera, quali sono i tratti distintivi dell’aglio di Voghiera Dop? "I tratti distintivi sono quello della pezzatura, essendo...

Presidente Monia Dalla Libera, quali sono i tratti distintivi dell’aglio di Voghiera Dop? "I tratti distintivi sono quello della pezzatura, essendo...

Presidente Monia Dalla Libera, quali sono i tratti distintivi dell’aglio di Voghiera Dop?

"I tratti distintivi sono quello della pezzatura, essendo medio-grosso rispetto alle normali dimensioni, una forma tondeggiante e gli spicchi all’interno del bulbo sono molto grossi. La tunica dello spicchio è bianca con venatura rosate e la sua corona è bella stretta, rispetto al filo grosso come ad esempio quello spagnolo. E poi, per chi consuma il nostro prodotto, l’altro tratto distintivo è il sapore. Deciso, intenso, ma non sgarbato al palato. Viene definito delicato, tradizionalmente gentile"

Qual è il vostro areale di riferimento e quale disciplinare di produzione devono seguire i produttori per far sì che sia un prodotto Dop?

"Parliamo dell’unica Dop di Ferrara. Il comune di Voghiera è la maggior area di produzione. Ma abbiamo anche una parte del comune di Ferrara, un’altra del comune di Masi Torello e una parte di Argenta. Il disciplinare è abbastanza ristretto che garantisce la qualità e l’autenticità del prodotto. Il prodotto è autoctono. Dalla produzione dell’anno si tiene una parte del prodotto coltivato per destinarlo alla semina. E poi è fondamentale la rotazione. Nello stesso pezzamento il prodotto può tornarci dopo cinque anni. Questo mantiene il terreno il più salubre possibile".

Quanti associati ci sono nel Consorzio?

"Circa una ventina, ma di produttori effettivi 13, proprio per un fatto di rotazione. Il massimo che produciamo è stato 150 ettari, ma ci auspichiamo che questo possa aumentare magari con l entrata di nuovi produttori. Questo,ora, ci penalizza un po’, viste le tante richieste. Ma non riusciamo mai ad avere rimanenze. C’è più domanda che offerta".

A livello di produzione, che anno è stato il 2024?

"Intorno alle mille tonnellate. Quando l’annata è buona siamo sui cento quintali. Ma da questi bisogna togliere un po’ di scarto di produzione, un calo peso naturale e una parte destinata alla semina. Il resto è per la vendita".

Quali sono i vostri mercati di riferimento? Siete apprezzati anche all’estero?

"L’Italia è tutta coperta, dal nord al sud, con anche delle catene. All’estero invece abbiamo avuto successo soprattutto nel Nord Europa. Ma non abbiamo abbastanza prodotto per soddisfare questi mercati. Abbiamo quindi dovuto fare una scelta e rimanere concentrati sull’Italia. Ora stiamo iniziando il raccolto di quest’anno e speriamo che vada tutto bene. Torneremo sul mercato dopo uno-due mesi di assenza visto che il prodotto del 2024 lo abbiamo finito tra aprile e maggio. Le catene di distribuzione ci cercano, ci aspettano a braccia aperte".