Bologna, 12 maggio 2022 - Non è così comune che un calciatore professionista sia un amante dell’arte: come nasce questa passione?
"In realtà risale a un sacco di tempo fa, avrò avuto 18 o 19 anni. È stata mia madre a influenzarmi: aveva seguito un corso con Ludovico Pratesi e mi invitata in giro per mostre e musei". Esterno che plasma grandi falcate sulla fascia e dipinge anche gol-capolavoro, vicecapitano del Bologna Fc e tra i giocatori più esperti della Serie A: Lorenzo De Silvestri è anche un grande appassionato d’arte, assiduo frequentatore di Arte Fiera. Non è un mistero, d’altronde ha sempre raccontato di parlare d’arte e scherzare perfino con i compagni in spogliatoio e anche oggi non nasconde il proprio grande interesse e il parallelismo che non è difficile trovare tra arte e sport.
Arte Fiera 2022 - Il nostro speciale
Tra partite e allenamenti, come è riuscito a coltivare questo interesse?
"Ho anche qualche amico storico nel Comune di Roma, con cui sono cresciuto e ho potuto imparare tanto, fino a studiare e capire sempre di più, a riconoscere le opere e gli artisti, a sviluppare un gusto personale".
A Bologna non è difficile lasciarsi catturare dalle bellezze sparse per la città...
"Qua sono arrivato a 32 anni, quindi dopo un decennio abbondante in cui ho iniziato a frequentare questo mondo. Bologna è una città estremamente ricca, c’è un po’ di tutto".
Quale sono i luoghi che preferisce visitare?
"Sono stato davvero ovunque, dal MamBo all’Archiginnasio, ho girato in lungo e in largo le gallerie. Ho tanti amici qua e mi piace anche soltanto passeggiare e scoprire cose nuove, c’è molto da vedere. Conosco bene Jacopo Pozzati, ad esempio: è mio vicino di casa".
E Arte Fiera?
"Ovviamente, non c’è neanche da chiederlo. Ci sono stato tante volte, anche prima di abitare qua, quando vivevo a Firenze. E ci sono stato anche con mia madre. È un evento importantissimo ed è visto di buon occhio da tutti. Un appuntamento imperdibile: sono contento di poter tornare in presenza".
Quale similitudine vede tra il mondo dell’arte e l’attività sportiva?
"Ne vedo più di una, a dire il vero. Credo ce ne siano varie: innanzitutto, sia la vita dell’artista che quella dell’atleta sono vite diverse rispetto al solito, a quella di tante persone".
Quali altri parallelismi?
"Un artista deve dimostrare se stesso, il proprio valore in una mostra, così come uno sportivo o un calciatore deve farlo in una partita. Poi subentrano i gusti".
Sia per le opere, che per il modo di giocare?
"Non si può sempre piacere a tutti, ed è lo stesso in entrambi i mondi. Mi viene in mente possa essere lo stesso anche per i giornalisti o per tante altre professioni".
Qual è la cosa più bella dell’arte, secondo lei?
"Personalmente, è sempre riuscita a portarmi in una realtà parallela...".
Uno strumento per poter staccare dalle pressioni e dalle difficoltà?
"Mi permette di riuscire a fare uno ‘switch’ con il cervello. Riesco a godermi fino in fondo la bellezza, e cerco di seguire il pensiero dell’artista, quello che vuole trasmettere".
Ha qualche consiglio per chi vorrebbe affacciarsi a questo mondo e magari ha bisogno di una spinta, come a calcio?
"Penso sia fondamentale iniziare anche con un primo piccolo passo, iniziando a visitare i musei, le gallerie che più attirano la nostra curiosità, leggendo giornali e riviste. A Bologna è davvero facilissimo appassionarsi: dietro ogni angolo sono nascoste tantissime meraviglie".