MASSIMO VITALI
Coppa Italia

De Silvestri, il sindaco. Ambasciatore rossoblù attento ai più deboli. Ormai nel cuore di tutti

Il capitano ha collezionato 114 presenze spalmate in cinque stagioni. Dalle visite nei reparti di Pediatria alla passione per l’arte contemporanea. L’amore con Bologna è sbocciato subito ed è cresciuto nel tempo.

Il capitano ha collezionato 114 presenze spalmate in cinque stagioni. Dalle visite nei reparti di Pediatria alla passione per l’arte contemporanea. L’amore con Bologna è sbocciato subito ed è cresciuto nel tempo.

Il capitano ha collezionato 114 presenze spalmate in cinque stagioni. Dalle visite nei reparti di Pediatria alla passione per l’arte contemporanea. L’amore con Bologna è sbocciato subito ed è cresciuto nel tempo.

di Massimo

Vitali

Capitano. Highlander. Coscienza critica del gruppo. Ambasciatore del mondo Bologna. Perfino sindaco, con al collo la fascia rossoblù al posto di quella tricolore. Lorenzo De Silvestri è l’uomo che simbolicamente sta sull’uscio di Casteldebole e quando un nuovo calciatore varca la soglia lo prende per mano, lo porta in giro per il centro tecnico e per le vie della città iniziandolo ai riti del mondo rossoblù. Lo ha fatto anche in questa stagione passata alla storia, dove si è tolto lo sfizio di rivincere una Coppa Italia a 37 anni, lui che aveva alzato la prima da ventunenne, nel 2009, quando era un giovane difensore della Lazio.

Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti e di maglie ne ha cambiate il ragazzo di Roma cresciuto nel vivaio dell’Aquila: Lazio, Fiorentina, Sampdoria, Torino e Bologna. Tutte squadre identitarie, ambienti caldi e luoghi a cui è facile affezionarsi se non sei semplicemente un cursore di fascia, ma un uomo con due occhi spalancati sul mondo, attento ai bisogni degli altri come a una mostra di Andy Warhol (è un patito di arte contemporanea), conoscitore mai superficiale di ogni angolo del centro storico e amico dei bolognesi, sentendosi ormai bolognese a tutto tondo pure lui. Perché Lollo, come sotto le Due Torri lo chiamano tutti, è un poliedrico. Dove c’è un’iniziativa benefica, una visita ai piccoli degenti di un reparto di Pediatria, un evento a cui mandare un volto pulito, De Silvestri c’è.

C’è anche in campo e c’era, nel cuore dell’area del Como, la notte del primo febbraio al Dall’Ara, quando ha trasformato in gol con una frustata di testa delle sue la traiettoria arcuata della punizione calciata da Lykogiannis. È stato l’unico gol del sindaco in stagione: una stagione, però, che lo ha visto protagonista anche più di quanto fosse lecito attendersi da un ragazzo che sembra sfidare le leggi del tempo. Lo testimoniano le 13 maglie da titolare in campionato, a dispetto della concorrenza di Posch, Holm e Calabria. E pazienza se la musichetta della Champions League Lollo ha dovuto ascoltarla dalla tribuna: l’esclusione dalla lista Champions è stata dolorosa e non facile da accettare, ma non ha scalfito il senso di responsabilità con cui De Silvestri ha affrontato il resto della stagione, elevandosi a fulgido simbolo del gruppo.

Ci aveva visto giusto Sinisa quando, nell’estate 2020, a caccia di un terzino destro, propose il suo nome a costo zero. Lollo era reduce dall’esperienza al Torino, Mihajlovic lo conosceva come le sue tasche e gli serviva un nocchiero esperto a cui affidare le chiavi dello spogliatoio.

Con Bologna è stato amore a prima vista e sono state cinque stagioni fatte di 114 presenze e 9 reti, per quanto i numeri possano dire. Dietro la statistica c’è molto di più: c’è un gigante della serie A (450 i gettoni toccati all’ultima di campionato contro il Genoa) che forse non è ancora pronto a sedersi dietro a una scrivania. Lollo dirigente a Casteldebole pare un destino già scritto. Ma non subito, non ora. L’Highlander ha ancora voglia di stupire con un pallone tra i piedi.