MASSIMO VITALI
Coppa Italia

Fabbian a tutto campo. Un po’ incursore, un po’ mediano. E alla fine il gol arriva

Il classe 2003 ha trovato meno spazio quest’anno tra le fila di Italiano, riuscendo comunque a portare a casa un bottino di quattro reti. L’arma letale è il colpo di testa, ma i margini di miglioramento sono ampi.

Il classe 2003 ha trovato meno spazio quest’anno tra le fila di Italiano, riuscendo comunque a portare a casa un bottino di quattro reti. L’arma letale è il colpo di testa, ma i margini di miglioramento sono ampi.

Il classe 2003 ha trovato meno spazio quest’anno tra le fila di Italiano, riuscendo comunque a portare a casa un bottino di quattro reti. L’arma letale è il colpo di testa, ma i margini di miglioramento sono ampi.

di Massimo

Vitali

Quando nell’estate 2023 Giovanni Sartori trovò la formula per portare Giovanni Fabbian in rossoblù, nemmeno nella più ottimistica delle previsioni l’uomo mercato di Casteldebole poteva prevedere che il centrocampista scuola Inter avrebbe accompagnato, e con le sue qualità agevolato, la cavalcata dei due Bologna più vincenti dell’era Saputo. E invece è quello che è successo.

Al suo primo anno in rossoblù Fabbian è stato una delle chiavi tattiche del Bologna di Thiago Motta, lo squadrone che grazie al quinto posto in campionato si è guadagnato il diritto di tornare a giocare in Champions League a sessant’anni di distanza dall’ultima, nonché unica, apparizione. Nella stagione che si è appena conclusa, invece, Fabbian è solo un po’ calato nel rendimento sottoporta, passando da 5 a 4 gol complessivi, ma pur non avendo mai avuto in dote in pianta stabile una maglia da titolare il ragazzo non è mai uscito dai radar di Vincenzo Italiano, specie nel momento topico della stagione, culminato ovviamente con il trionfo in Coppa Italia del 14 maggio all’Olimpico, che lo ha visto tra i grandi protagonisti.

Classe 2003, tuttocampista, razza Veneta (della serie: testa bassa e pedalare), Fabbian si è forgiato nella sua Rustega, frazione di Camposampiero, provincia operosa di Padova dove l’agricoltura e l’allevamento la fanno da padroni e dove i valori tradizionali hanno ancora la meglio sulla cultura dello smartphone. Fisico da marcantonio, zero fronzoli per la testa, un nonno calciatore negato al Padova di Nereo Rocco solo perché da quelle parti, mentre l’Italia conosceva gli anni del ‘boom’ economico, l’amore per la terra, e il bisogno di far quadrare i conti coltivandola, vinceva su tutto.

Forte di questi valori Fabbian si è calato in fretta nella realtà rossoblù. Lo ha fatto anche nell’ultima stagione, mettendo in campo le sue qualità di centrocampista trasformista, un po’ mediano e un po’ incursore d’area. Non sempre con le idee chiare se è vero che Italiano qualche volta lo ha richiamato pubblicamente al rispetto delle consegne.

"Giovanni in campo è portato per generosità a fare tante cose – ha detto di lui il tecnico –, ma deve imparare a dosare bene le fasi di possesso e di non possesso, di pressing e di attacco dell’area".

Nessuno nasce perfetto, tantomeno a 22 anni, quando c’è ancora tutto il tempo per crescere. Qui o in nerazzurro dipenderà dai desiderata di Italiano e dai piani dell’Inter, che in base a una clausola fissata due anni fa al momento della sua cessione al Bologna, si è tenuta una finestra di mercato per poter esercitare a luglio un diritto di ‘recompra’ del valore di 12 milioni.

Nel frattempo Fabbian, che è un punto fermo dell’Under 21 azzurra, macina chilometri e partite. La sua arma letale resta il colpo di testa, ma anche con i piedi se la cava bene in area quando si tratta di mirare la porta. Nove gol in due stagioni sono un bottino non scontato per chi di mestiere fa il centrocampista. E quasi certamente, alla sua età, il meglio deve ancora venire.