MARCELLO GIORDANO
Coppa Italia

"Peserà la fame di vincere. E Italiano ne ha tanta.... Io scommetto su Orso"

L’ex difensore firmò l’ultimo penalty che eliminò il Milan ai quarti nel 1995-96 "Valse la semifinale. Questi ragazzi, invece, hanno già fatto qualcosa di storico".

L’ex difensore firmò l’ultimo penalty che eliminò il Milan ai quarti nel 1995-96 "Valse la semifinale. Questi ragazzi, invece, hanno già fatto qualcosa di storico".

L’ex difensore firmò l’ultimo penalty che eliminò il Milan ai quarti nel 1995-96 "Valse la semifinale. Questi ragazzi, invece, hanno già fatto qualcosa di storico".

Ha seguito il Bologna nelle trasferte di Champions. Sarà anche all’Olimpico per un appuntamento che a suo dire potrebbe cambiare la storia presente e futura del Bologna: "Perchè tra vincere e non riuscirci c’è differenza, tanto per il club quanto per le prospettive dei giocatori. Il Bologna mi ha invitato in qualità di giocatore della squadra Legends, altra dimostrazione di come nel corso del tempo il Bologna si sia aperto all’esterno e abbia acquisito una gestione internazionale, anche se una cosa ancora mi sfugge". A parlare è Stefano Torrisi, ex centrale difensivo rossoblù, ma pure di Parma, Torino, Atletico Madrid e della nazionale, tra cuore e istinto: "Non ho capito se sia aperto all’esterno o se sia stato travolto dall’ambiente. Una cosa è certa, da quando c’è questa simbiosi, la crescita societaria e tecnica è stata esponenziale, si guarda al futuro nel rispetto del passato". Torrisi, un suo calcio di rigore piegò il Milan in Coppa Italia. Era il 13 dicembre 1995.

"Fu una serata epica, sotto la neve. Ma allora andammo ‘solo’ in semifinale. Questi ragazzi hanno fatto qualcosa di molto più grande, perché si giocano una finale e il trofeo".

Andiamo dritti al punto: il Bologna ce la può fare?

"Sì. Per due motivi. A questa partita il Bologna ci arriva con la consapevolezza di essere forte e non col timore di affrontare una big. E poi perché c’è Orsolini. Se dovessi scommettere un centesimo su un giocatore direi lui, uno a cui possono bastare minuti per lasciare il segno, che in questa stagione ha anche accettato il ruolo di protagonista a gara in corso, come con l’Inter. Glielo auguro, se lo meriterebbe per il percorso che ha fatto".

L’eventuale vittoria cosa rappresenterebbe dal suo punto di vista?

"Siamo dove era stato promesso e quando si mantengono le parole date si diventa molto credibili. Aspettiamo di capire cosa verrà promesso in futuro, perché ora sappiamo che il Bologna è una realtà, non più un progetto in divenire o futuribile. Mi auguro solo una cosa per il futuro".

Cosa?

"Che non si diventi tutti di bocca troppo buona. Abbiamo vissuto due stagioni esaltanti, ma se finale di Coppa Italia e Champions dovessero diventare nell’immaginario della gente il minimo che ci si aspetta sarebbe un guaio. Non tutto è dovuto e stare lì non è semplice".

Quanto cambierebbe vincere?

"Cambierebbe eccome. Ho perso da calciatore una finale di Coppa Italia con il Parma contro la Fiorentina, ne ho vinta una di SuperCoppa con il Parma. Se fai il calciatore sai che arrivare lì non è un caso, perché le finali le giocano quelli buoni. Basti pensare alla crescita del Bologna in campionato giocando la Champions: a livello mentale, giocare a certi livelli ti cambia, ti regala consapevolezza della tua forza, che hai qualcosa in più degli altri. Ma vincere ti fa fare un ulteriore salto in alto, c’è poco da fare. Con il Milan sarà 50 e 50".

Sul Bologna scommetterebbe su Orsolini. E in casa Milan?

"Leao. Ha un indole particolare, da compagno per come gioca o lo ami o lo odi, perché fa la giocata e poi cammina, può ma non vuole, non sempre. Non sembra ancora consapevole di cosa potrebbe fare. Ma è il simbolo di un Milan che se azzecca la partita la può spaccare".

Il Bologna arriva alla finale dopo una lunga rincorsa, con diversi giocatori non al meglio. Ed è a metà tra prendersi tutto e rimanere con un pugno di mosche in mano. Quanto fisico e testa incideranno?

"Sulla carta per il Bologna è più semplice andare in Europa, perché su cinque partite ha dimostrato che è più semplice che ne vinca tre e ne pareggi una o due, piuttosto che perda e il Milan ha campioni che se si accendono fanno male, come con l’Inter in semifinale o in SuperCoppa o col Real. Ma ci sono dei però".

Quali?

"Il Milan si gioca la stagione, se perde ha fallito la stagione e ha convissuto a lungo con la contestazione: anche questo ha un peso. Il Bologna ha un popolo dietro. Ha giocatori importanti non al meglio, è vero, ma da giocatore vi garantisco che quando arrivi a una gara così, gli acciacchi e i problemi li dimentichi, ci passi sopra con le motivazioni e la fame di vincere. E la fame, al Bologna e a Italiano non potrà mancare. Credo che più che la paura di perdere prevarrà la voglia di giocarsela, è una mentalità che il Bologna ha fatto propria".

Intanto si va avanti con Sartori e Di Vaio e sul tavolo c’è già la proposta di rinnovo per Italiano.

"Giusto, bel segnale anche perché così significa che c’è una linea che non dipende dal risultato, ma dal percorso. Hanno lavorato bene si meritano di andare avanti. E per quel che riguarda il mister, mi auguro non faccia l’errore di chi l’ha preceduto. Anche perché il Bologna ora è una big".

Chi vince la finale?

"Non lo so, ma so come mi piacerebbe che la vincesse il Bologna. Ai rigori. Sarebbe una sofferenza, ma pure una figata. E nel caso finisse prima, mi auguro un Orso decisivo".