
I rossoblù battono ancora l’Empoli e dopo 51 anni si giocano la Coppa .
Dopo il tre a zero del Castellani, al Dall’Ara c’è soltanto una grande voglia di archiviare la pratica e poter festeggiare una finale di Coppa Italia che manca da cinquantuno anni. L’Empoli, peraltro, non fa nulla per destare il sospetto di voler provare la più impossibile delle rimonte. E, infatti, dopo appena sette minuti, Giovanni Fabbian sigla di testa, su cross di Moro, la rete che sa di timbro definitivo per far partire la pratica-viaggio verso Roma.
Il gol di Kovalenko al 33’ è un graffio nel nulla dell’Empoli, un rigurgito d’orgoglio: troppo poco, però, per insidiare le granitiche certezze rossoblù di andarsi a prendere questa finale. Servirebbero altre tre reti ai ragazzi di D’Aversa per ribaltare i destini. Non succede. Anzi, nel dubbio, Thijs Dallinga si conferma il ’re di Coppe’: dopo la doppietta nella semifinale d’andata, il centravanti olandese si ripete al minuto quarantuno della ripresa piazzando l’inzuccata che vale il due a uno e mette la parola fine a ogni discorso.
Il Bologna torna all’ultimo atto di Coppa Italia e prenota un posto all’Olimpico, dove il 14 maggio ci sarà il Milan di Sergio Conceiçao. Al Dall’Ara esplode la festa, accompagnata per la prima volta dalle note di ’La sera dei miracoli’ di Lucio Dalla. Una notte indimenticabile, piena di emozioni.
"Questa finale raggiunta è un grande motivo d’orgoglio – dice Vincenzo Italiano nel post-partita –. La dedico ai bolognesi: spero di vederne trentamila a Roma".