MAURO MALAGUTI
Calcio

’Ante’, una storia fantastica. Il lupetto diventato lupo. Da Roccavivara alla serie A

A 8 anni i primi gol a Giulianova, poi la Nazionale di C fino al Leeds. Vagnati lo portò a Ferrara, 18 reti all’esordio. Fu l’inizio della cavalcata.

Malaguti

Antenucci-story, e non è una storia breve. Il pallone racconta che un ragazzino di pelo rossastro lasciò a otto anni i 652 metri sul livello del mare e i 558 abitanti di Roccavivara – non ancora lupo nè lupetto – per portare in riviera la sua passione calcistica in quel di Giulianova. L’apprendistato non è breve: un gol in due stagioni a Giulianova, poi due nel prestito ad Ancona, e ancora uno al rientro in giallorosso: insomma nulla che lasciasse presagire il poi. Invece nel 2007 Mirco trova la prima doppia cifra e si fa notare, anche perché in precedenza ha vestito l’azzurro nella rappresentativa di C e soprattutto quelllo delle Universiadi 2005, dove si laurea capocannoniere della manifestazione. E’ svelto, ha tecnica sublime e senso della porta. Ma prima di affermarsi definitivamente deve girare per altri due anni tra Venezia, Catania (in A), Pisa e Ascoli in B.

L’ESPLOSIONE

Ed è in bianconero che a 24 anni finalmente accende le sue polveri, ed esplode con 24 gol. Ma è di proprietà del Catania e deve rientrare alla casa madre, dove se non altro ha la soddisfazione di realizzare il primo gol in serie A, un rigore per il 2-1 sul Parma. Fino agli anni di Spal non ce ne saranno altri. A gennaio finisce al Torino, che ha bisogno di risalire dalla B. Gli regala 6 gol nella prima mezza stagione e altri 10 nella seconda che termina con la promozione in A. Ma dopo i fasti granata ancora il Catania fa valere il suo diritto e se lo ripiglia. Gli etnei lo gestiranno (male) tra il 2007 e il 2014 attraverso una serie di prestiti e compartecipazioni che si chiuderanno solo quando Mirco varcherà la Manica spingendosi in Championship, la seconda divisione inglese, per indossare la maglia del Leeds United. Arriva in Inghilterra a suon di gol: a Terni ne ha appena infilati ben 19 dimostrando di aver acquisito piena maturità. Il fatto è che i suoi non sono gol qualunque: spesso sono reti d’autore, bellissime per esecuzione tecnica, con tocchi pregiati e spettacolari. Diciannove sono anche i sigilli che timbra a Leeds in due stagioni. Nello Yorkshire lo hanno pagato quasi un milione e mezzo che Ternana e Catania si sono spartite.

ECCO LA SPAL

Qui si inserisce la Spal neopromossa in serie B. Vagnati lo pesca voglioso di tornare in Italia e lui ricambia con 18 gol, diventando l’alfiere di una promozione più che esaltante. Mirco che fin qui era stato promosso soltanto col Torino centra un’altra gioia di squadra, e questa volta in quella serie A spesso sfiorata ma mai goduta in pieno potrà rimanere a pienissimo titolo. Vi aveva segnato un solo gol col Catania e dal dischetto, e a Ferrara ne metterà ben 11 che valgono la salvezza all’ultima giornata. La stagione successiva è per lui meno felice. Ne infila solo cinque ed è oscurato dalla vena di Petagna che ne segna 16. Così va al Bari, che porta dalla C fino alle porte della serie A in una splendida volata lunga 4 anni. Solo lo spietato Cagliari decreterà la fine della favola nella finale di ritorno dei playoff, sbancando il San Nicola e impedendo la seconda promozione (e la quarta personale per Mirco).

L’ADDIO IN TRIONFO

Il resto è cronaca dei nostri giorni. Alla Spal torna col cuore e fa il suo dovere con 16 gol in due anni sulla soglia del quarantesimo compleanno e anche oltre. La squadra e la società però sono quel che sono: hanno poco da offrire, e le reti di Mirco servono solo a due sudate salvezze. L’addio trionfalmente celebrato - due volte in campo e parecchie altre in città - almeno non si colora di retrocessione. Di Antenucci va ricordato ancora un particolare: mai un infortunio serio, mai una lunga assenza dai campi. Chiude la carriera a 41 primavere meno tre mesi risultando il più presente dei biancazzurri: e ovviamente, il loro miglior cannoniere. Non era poi così difficile indovinarlo, vero?