Cts, trasporti eccezionali e non solo Acquisita la Rbm per carpenteria

Il gruppo guidato dal direttore generale Marco Melandri occupa oltre 70 persone

Cts, trasporti eccezionali

Cts, trasporti eccezionali

Nella primavera del 2023, Cts festeggerà i primi 25 anni di attività. Un gruppo che è molto cresciuto nel corso tempo: a quella dei trasporti eccezionali, che tuttora rappresenta il cuore dell’attività, si è poi aggiunta quella relativa allo scarico e al posizionamento delle merci nei vari siti industriali, fino ad arrivare anche alla produzione con l’acquisizione dell’azienda RBM, in grado di realizzare carpenteria metalliche sia in officina, sia in opera. Oltre 70 sono le persone che lavorano con Cts, quasi tutte risorse interne per le attività più specialistiche, impegnate dal preventivo fino all’esecuzione del mandato. "La capacità di intervenire nei settori più disparati – racconta il direttore generale Marco Melandri – ci ha permesso di affrontare al meglio le varie crisi che ormai sono ricorrenti, visto che ogni anno ce n’è una diversa". Cts vanta una consolidata esperienza nel campo dell’industria ceramica ed è ormai il punto di riferimento per il trasporto, la movimentazione e il posizionamento di manufatti industriali dai noti distretti di Imola e Sassuolo e verso i principali porti dell’Alto Adriatico. In questi anni si è occupata anche di installazione di macchinari e di nuove linee di produzione in Spagna, Francia, Germania, Polonia e Ucraina, fino a prima dello scoppio della guerra. Per il comparto Oil&Gas, anche questo particolarmente strategico, Cts offre un valido supporto alle aziende dell’area portuale per il trasporto e l’installazione di serbatoi di grandi dimensioni, caldaie, reattori e altri progetti che negli ultimi anni hanno interessato soprattutto l’Egitto, il Kazakistan e i Mari del Nord. "Purtroppo le cose sono molto cambiate nel tempo – spiega Melandri – e, attualmente, i grossi progetti realizzati nel comprensorio portuale sono davvero pochi. Vent’anni fa c’era molta più attività, poi si è assistito a un calo che è stato più significativo nell’ultimo decennio". Le crisi, come quelle recenti legate alla pandemia e alla guerra in Ucraina, non spaventano Cts, che ha dimostrato ‘resilienza’.

"Il nostro pensiero – aggiunge Melandri – è che se il lavoro non c’è, bisogna crearlo. Abbiamo sempre investito nella formazione del personale e nell’acquisto di macchinari polifunzionali, proprio per non trovarci mai impreparati dinanzi alle varie evenienze. Compito di un’azienda è capire dove e come orientare il proprio lavoro… In questo momento, per esempio, stiamo collaborando alla costruzione delle sei centrali elettriche più grosse d’Italia che funzionano con motori a gas naturale. Anticipando i cambiamenti, qualche anno fa ci siamo specializzati all’estero, in particolare in Africa Occidentale e in Medio Oriente, così da essere pronti a lavorare sul territorio nazionale, oggi che questo settore è tornato in espansione". Tra le tante attività di Cts rientrano anche la movimentazione per varo e alaggio di navi dai 50 ai 100 metri di lunghezza e sezioni di navi da crociera, così come la movimentazione di impalcati metallici: si pensi al ponte mobile di Ravenna o ai nuovi viadotti per l’ampliamento delle sedi autostradali. Non va poi dimenticato l’impegno per il nucleare, sia per reattori di quarta generazione, sia per il progetto di fusione in corso di realizzazione in Francia, ma anche progetti più vicini, come la copertura del supercalcolatore Leonardo realizzata al Tecnopolo di Bologna.

"Ci piacerebbe fare di più per il porto di Ravenna – conclude Melandri – dove ormai ci limitiamo alla consegna di macchinari e merci prodotti dalle sole aziende emiliano-romagnole. Le cause vanno ricondotte alla difficile viabilità della nostra penisola: occupandoci di trasporti eccezionali di grandi dimensioni e soprattutto di notevoli tonnellaggi, spesso siamo costretti a usare porti, anche fluviali, più vicini al sito produttivo o alla meta da raggiungere perché dobbiamo fare i conti con infrastrutture vetuste e degradate, sempre più spesso da periziare per sapere se reggeranno i carichi e le sollecitazioni, con evidente aggravio in termini di costi e incertezza dei tempo".