Giulianelli, il maestro ceramista "Celebrità e antiche storie rivivono grazie alle mie mani"

Da decenni lavora e insegna in un’ex colonia nella zona del Marano ed è diventato il testimone di un mestiere in via d’estinzione. Esordio e opere di un artista che teme di non avere eredi.

Giulianelli, il maestro ceramista "Celebrità e antiche storie rivivono grazie alle mie mani"

Giorgio Giulianelli è uno degli ultimi ceramisti del circondario. Com’è cominciata quest’avventura?

"La passione per l’arte è nel mio Dna ed è influenzata da mia Riccione, dove sono nato e dove vivo. Mi sono diplomato Maestro d’Arte all’Accademia di Urbino. Ho aperto il laboratorio nell’ex colonia Adriatica in viale D’Annunzio. L’allora sindaco di Riccione Terzo Pierani voleva creare un centro d’artigianato artistico con mestieri in via d’estinzione, da tramandare ai giovani attraverso i corsi, poi è tutto sfumato, ma io sono rimasto qui. Le mie opere sono state esposte in numerose mostre, anche al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, riscuotendo consensi per le tecniche e per la simbologia di alcune ceramiche. Mi è stata assegnata una medaglia d’oro al Concorso internazionale della Ceramica Arte di Riccione e la Palma d’oro per l’arte a Sanremo. Una delle cose che mi ha dato maggior soddisfazione è stato l’inserimento dell’Istituto dei Beni Artistici e Culturali dell’Emilia-Romagna nella Guida regionale agli artigiani ceramisti".

E’ lei l’autore dei calchi di tante mani di illustri personaggi ospitati a Riccione?

"Sono quelli che avevo realizzato su commissione del Comune per la Walk of fame riccionese, tra i tanti quelli con le impronte di Gina Lollobrigida, Sabrina Ferilli, Asia Argento, Valeria Marini e Claudia Gerini, ma anche di Nomadi, Pooh, Franz Beckenbauer e Gabrilel Garco".

Anche le chiese riccionesi custodiscono le sue opere?

"Ho realizzato un bassorilievo esposto nella Mater Admirabilis, rappresenta il Beato Alberto Marvelli che in bicicletta dal duomo di Rimini, raggiunge la chiesa riccionese. Ho poi realizzato un fonte battesimale per la Ss. Angeli Custodi".

Motivo di orgoglio sono i suoi allievi.

"Ho insegnato a scuola, per sette anni anche ai ragazzi di San Patrignano e ai detenuti della Casa circondariale di Rimini. Sono una ventina i giovani che ogni anno seguono le lezioni, anche bisettimanali, di questo antico mestiere in via d’estinzione. Imparano a usare il tornio, a modellare, a dipingere e a usare antiche tecniche come il raku che affonda le radici nella cultura giapponese, e poi il bucchero del IV-V secolo avanti Cristo, le ceramiche rinascimentali, con particolare riferimento alle faentine. Non mi sono mai annoiato, ho un unico cruccio: veder morire un mestiere tramandato per generazioni".

Nives Concolino