Da rifugiato a superstite del soul: canzoni di amore e perdita nel segno di Otis Redding

Migration

Nel suo album di debutto Free Me, J.P. Bimeni sorprende con una voce che ricorda il soul del primo Otis Redding, in cui risuona l’anima dell’Africa. Rifugiato a Londra fin dai primi anni 2000, le canzoni di Bimeni ci parlano di amore e perdita, speranza e paura, con una convinzione che arriva dalle esperienze straordinarie con cui la vita lo ha messo alla prova. Discendente di una famiglia reale burundese, Bimeni lascia il suo paese all’età di 15 anni durante la guerra civile. Sopravvivendo a tre episodi in cui la sua vita viene attentata, ottiene lo stato di rifugiato e fugge nel Regno Unito. Si trasferisce a Londra nel 2001, e, nel 2017, partecipando come ospite del gruppo funk Speedometer ad uno show in Spagna, viene notato dalla Tucxtone Records. Così inizia il suo progetto insieme ai Black Belts – Rodrigo Diaz “Nino” (batteria e percussioni), Pablo “Bassman” Cano, Fernando Vasco “Two guns” (chitarra), Ricardo Martinez (tromba) e Rafael Diaz (sax). In Free Me, alle jam funk si susseguono profonde ed accorate ballad provenienti dal southern soul, con un’atmosfera unica presente in tutto questo capolavoro, grazie a quel suo edificante stile africano. J. P. Bimeni si esibirà domani alle 20 al Rufus Thomas Park.