"Date fiducia a Diouf: deve esplodere a Reggio"

L’ex coach biancorosso Stefano Pillastrini: "Non si ripeta quanto successo con Fontecchio. Ponitka? Meglio sia andato via adesso"

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di Gabriele Gallo

Quello che andrà a iniziare nel prossimo weekend segna un secolo di vita per il massimo campionato di basket. A fare i pronostici su quello che potrebbe succedere in questa stagione che sotto molti profili promette di essere speciale, è Stefano Pillastrini, uno dei più esperti coach italiani, che di serie A se ne intende, e parecchio. Attualmente alla guida di Cividale, in A2, il popolare “Pilla” ci guida alla scoperta dell’annata che va iniziare, con un occhio anche alla Pallacanestro Reggiana, sua ex squadra, tra l’altro.

Coach, da dove partiamo per raccontare il campionato che sta per partire?

"Dal fatto che sono sicuro sarà un bellissimo torneo. Con due ovvie regine, Milano e Virtus Bologna, ma una valida corte di squadre decisamente attrezzate, per roster o organizzazione societaria, o magari entrambe le cose, che non potranno arrivare a competere con la coppia citata a livello di classifica, ma saranno potenzialmente in grado di stupire sulle singole partite".

Dove colloca l’Unahotels?

"La forza della Pallacanestro Reggiana è avere una proprietà fortissima, economicamente solida. Questo garantisce ottime basi per costruire qualcosa. Fatto che non era scontato dopo l’uscita di Stefano Landi. La squadra la ritengo sicuramente in grado di puntare ai playoff; se nel ranking di quelle subito dopo Olimpia e Segafredo, o dietro magari a team con maggiore budget come Venezia, si vedrà a stagione in corso".

Cosa ne pensa dell’organico allestito da management e staff tecnico biancorosso?

"Di livello, sicuramente. C’è un gruppo di stranieri solido, diversi atleti esperti e due giocatori che, a modo loro, saranno fondamentali a mio parere per gli equilibri della squadra. Penso a Cinciarini, che anche se ha 36 anni è decisamente al massimo della forma, e di altissimo livello per diversi altri aspetti. La rivelazione biancorossa spero invece sia Diouf; confido sia l’anno dove può emergere e, sinceramente, confido sbocci a Reggio. Mi dispiacerebbe per la società e per lo staff tecnico se dovesse ripetersi un’esperienza tipo quella con Fontecchio. Mi auguro si abbia ancora un po’ di pazienza nell’aspettarlo e gli si possa già concedere un ruolo vero in seno al gruppo".

Il mancato arrivo di Ponitka deve creare rimpianti?

"L’atleta polacco è fortissimo, non si discute, ha fatto una gran bella figura agli Europei. Dopodichè io non sono un fan dei giocatori che vengono per tre mesi. E se dovevi perdere Ponitka meglio adesso che tra tre mesi. Oltretutto la società ha fatto un’ottima operazione economica".

L’Unahotels ritrova Menetti, il coach dei suoi anni d’oro. Per un allenatore riprovare ad essere profeta in patria, può essere fonte di maggiore pressione?

"Un coach è sempre sotto pressione, per definizione. Ma se alleni in una realtà che ti appoggia, nella tua città, con una squadra forte e un Amministratore Delegato (Alessandro Dalla Salda, ndr) che ti stima moltissimo, è la situazione ideale per fare qualcosa di buono".

In generale, a parte Milano e le Vnere, sarà una stagione equilibrata?

"E’ verosimile; come dicevo ci sono tante valide realtà. Venezia al limite può essere leggermente sopra a un folto gruppo che, a mio parere, vede insieme, per vari fattori, Tortona, Reggio Emilia, Sassari che alla fine c’è sempre, e Brindisi che ogni anno può stupire. Mi aspetto tanto spettacolo ed equilibrio sui singoli match, quello sicuro".

La lotta per non retrocedere?

"Premesso che alcuni roster sono ancora da completare. Sulla carta si potrebbe pensare che Trieste, Pesaro e Varese abbiano qualcosa in meno, principalmente per via dei mezzi economici. Però la chimica di squadra può cambiare in parte i valori, quindi nulla è scontato".