«Ho dato un nome alla mia pasta. E ora gli Spinosini sono una star»

Vincenzo Spinosi è conosciuto in tutto il mondo

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VINCENZO Spinosi è un po’ l’emblema della pasta marchigiana nel mondo. E’ colui che per la pasta ha fatto quello che il signor Nutella ha fatto nel mondo per il cioccolato. Ovvero: ha dato un nome proprio al prodotto comune. Nel suo caso ha creato gli ‘Spinosini’ e facendone uno strumento di marketing agricolo straordinario. Tanto che è l’unico maestro pastaio che viene ingaggiato in Asia come negli Usa, come una star, per presentare la sua pasta cucinata in vari modi. Ma se usate la parola pasta, Spinosi precisa: «Gli Spinosini sono qualcosa in più della pasta. Cioé sono qualcosa di diverso».

Perché? «Perché hanno un nome proprio. E a questo nome ‘proprio’ unico corrispondono delle caratteristiche uniche: elasticità, compattezza, cottura itinerante ».

Itinerante? «Sì, continuano a cuocere anche nella pentola del sugo e ne assorbono tutta l’essenza. Dunque una pasta estremamente saporita e che ha bisogno di restare bagnata fino all’ultimo per poi essere degustata al punto giusto. Gli Spinosini raccontano me e il territorio».

Un passo indietro. Come sono fatti? «Con semola di grano duro impastata con sole uova fresche intere provenienti da galline alimentate con prodotti vegetali Omega3 per una quantità del 33,4 per cento. Un altro particolare che li rende unici: gli Omega 3 sono degli antiossidanti formidabili. Dunque una pasta salutare oltre che buona».

Perché ha avuto e ha tanto successo? «Perché si presta a tutte le combinazioni: ai sughi classici, a quelli particolari come i tartufi e il pesce, oppure anche a essere preparati come dessert, con cioccolato o molto altro. Ma la ricetta con cui vengono più apprezzati nel mondo resta la prima, la mia».

Quale? «Quella con olio extravergine di oliva delle nostre colline, prosciutto e limone. Come si vede ingredienti semplici, che lasciano spazio alla materia prima, alla pasta, in tutto il suo sapore e consistenza. Gli Spinosini hanno successo perché i più grandi chef si misurano a inventare sempre ricette nuove. E così viaggiano in Asia, nella lussuosa catena di alberghi Shangri La, così come negli Stati Uniti, nel locale di Robert De Niro come in molti altri. E potrei fare una lista lunghissima di personaggi celebri che li hanno apprezzati e valorizzati».

Lei ha battezzato altri tipi di pasta marchigiana. Quali? «La Spinosina dedicata alla mia nipotina Emma. E’ una chitarrina schiacciata. Come forma ricorda lo Spinobello, ma è più spessa ed ha la caratteristica di non scuocere. In virtù di questa speciale consistenza è particolarmente indicata per elaborazioni ‘forti’ e di grande carattere. Anche per questa specialità per l’impasto vengono utilizzate semole di altissima qualità e uova fresche intere italiane Omega 3, rotte ancora a mano ad una ad una nel laboratorio dell’azienda. Prima,, nel 2009 a Tokyo, presso ‘Armani Ginzia Tower’, uno dei ristoranti più prestigiosi e lussuosi di Armani, ho battezzato gli SpinoBelli dedicandoli a Marco e Riccardo oramai diventati grandi. A differenza degli Spinosini, gli SpinoBelli hanno una sezione più grossa. Per l’impasto vengono utilizzate nuove miscele di semole di altissima qualità e uova italiane fresche intere Omega 3, ancora aperte a mano all’interno dell’azienda».