Fiscalità: per districarsi è consigliabile rivolgersi sempre a soggetti qualificati

Focus / Anche per tutto il prossimo anno è possibile usufruire del maxi incentivo: la differenza da tenere presente sarà quella tra lavori "trainanti" e "trainati"

L'agevolazione del 110% vale anche per l'installazione degli impianti fotovoltaici

L'agevolazione del 110% vale anche per l'installazione degli impianti fotovoltaici

Il Superbonus 110% è stato prorogato al 2023 e la notizia è stata accolta con un bel sospiro di sollievo da tutti coloro che, in questo 2021, si sono trovati arenati in una burocrazia lentissima che ha rallentato i tempi di inizio dei vari lavori. Anche per tutto il prossimo anno, quindi, sarà possibile sfruttare il maxi incentivo del Governo per fare i lavori a casa. La differenza sarà sempre quella tra lavori trainanti e trainati. E anche le modalità per usufruire del Superbonus 110% saranno le stesse: detrazione fiscale, sconto in fattura e cessione del credito. Ma cosa sapere sulla possibilità di portare in detrazione le spese effettuate usufruendo del maxi incentivo? L’Agenzia delle Entrate è intervenuta con una specifica circolare per fissare quelle che sono le caratteristiche delle detrazioni previste per il Superbonus 110%. Poche righe ma chiare: «La detrazione è riconosciuta nella misura del 110%, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo e per le spese sostenute nel 2022 in quattro quote annuali di pari importo, entro i limiti di capienza dell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi». L'opzione Lo sconto in fattura Un’altra soluzione quando si parla di Superbonus 110% è rappresentata dallo sconto in fattura che peraltro è valida non solo per questo incentivo ma anche per altri, come l’Ecobonus tradizionale, il, bonus facciate e il sismabonus. Come si applica questa opzione? questa è probabilmente la strada più semplice da percorrere tra quelle previste per accedere al Superbonus 110%. Si tratta, come facilmente ipotizzabile, di uno sconto immediato, pari all’importo totale dovuto, sulla fattura emessa dalla ditta che esegue i lavori in casa. La ditta emetterà fattura di importo corrispondente al totale dei lavori ma il contribuente non dovrà sborsare soldi. La ditta riceverà un credito d’imposta pari al 110% dell’importo dei lavori che potrà utilizzare solo in compensazione (così come per la cessione del credito). Istituti bancari o imprese per la cessione del credito Alternative / Sono tante le strade da percorrere: vediamo le più richieste In caso di cessione del credito, il contribuente che sfrutta il Superbonus decide di cedere appunto il suo credito d’imposta pari al 110% all’impresa che esegue i lavori. In alternativa, la cessione del credito può essere portata a ter mine anche rivolgendosi agli istituti di credito o ad altri intermediari finanziari. Se il beneficiario del maxi incentivo cede il credito alla ditta che esegue gli interventi nell’abitazione di riferimento, non dovrà quindi pagare i lavori eseguiti: pagherà quanto dovuto cedendo il proprio credito d’imposta. L’impresa che riceverà la cessione del credito potrà usufruirne secondo diverse modalità previste dalla Legge (usarlo in compensa zione oppure cederlo nuovamente). Se il credito viene ceduto a una banca, questa avrà due strade da poter seguire: dare in cambio al beneficiario liquidità immediata per pagare i lavori all’impresa che effettua i lavori edilizi oppure (soluzione più frequente) garantire al beneficiario del bonus una sorta di finanziamento ponte per pagare i lavori. Il finanziamento sarà poi estinto in seguito quando il cliente cederà il credito alla banca.