Porto di Ravenna: 5 miliardi di investimenti nel 2024 tra sfide geopolitiche e progetti futuri

Il 2024 ha visto il porto di Ravenna affrontare sfide geopolitiche e realizzare investimenti strategici per il futuro.

Il 2024 ha visto il porto di Ravenna affrontare sfide geopolitiche e realizzare investimenti strategici per il futuro.

Il 2024 ha visto il porto di Ravenna affrontare sfide geopolitiche e realizzare investimenti strategici per il futuro.

Il 2024 per il porto di Ravenna è stato un anno strategico che ha visto concretizzarsi investimenti pubblici e privati per circa 5 miliardi di euro, i cui benefici si raccoglieranno nei prossimi anni. Innanzitutto, è però da valutare l’andamento dei traffici. Non sono stati 12 mesi facili, perché gli eventi geopolitici mondiali, in particolare Ucraina e Suez, hanno penalizzato pesantemente i porti dell’Adriatico e soprattutto Ravenna. È iniziato a gennaio con un - 18% rispetto al 2023 e grazie agli sforzi degli operatori si dovrebbe chiudere in pareggio o addirittura in leggero miglioramento.

Progetti fondamentali per il futuro si sono conclusi nel 2024, a partire dalla prima fase dell’Hub portuale con i fondali portati per il Canale Candiano a -12,50 e svariati chilometri di nuove banchine, compresa quella del nuovo Terminal Container, a cui si aggiungono nuovi accosti per Marcegaglia, Magazzini Generali, Sapir, Tcr, Eurodocks che entrano in funzione entro l’anno. Sono poi partiti i dragaggi della seconda fase dell’Hub, per arrivare a -14.50 fino a Largo Trattaroli. E ha preso il via l’impianto di trattamento dei fanghi, che vedrà la luce alla fine del 2025, sarà il primo in Italia di questo tipo e avvicinerà Ravenna ai grandi porti del Nord Europa.

I lavori per il rigassificatore Snam sono praticamente terminati e l’impianto sarà attivo a fine marzo 2025, con l’Autorità portuale che ha affidato a Rcm e Acciona la realizzazione della diga di protezione del terminal. I privati non sono rimasti con le mani in mano. Basti pensare al Gruppo Ferretti e al varo del primo yacht Infynito 80 nel nuovo terminal che dà lavoro a centinaia di persone. E ancora alle crociere, con una stazione marittima da 40 milioni di euro e i risvolti che porterà per il turismo. Tra gli altri, investimenti importanti anche nei siti Marcegaglia, Petra e Alma Petroli.

Non vanno dimenticati il consolidamento del traffico di auto BMW per l’Oriente delle società Sapir e Altmann e gli importanti progetti privati per l’energia e l’ambiente, tra cui Agnes per l’eolico a mare e Ccs per la cattura della Co2 che già esistono in Nord Europa. Mentre l’Autorità portuale realizza un campo fotovoltaico da quasi 40 Mega nell’ex Sarom e il cold ironing, che consentirà alle navi da crociera di spegnere i motori quando saranno all’ormeggio a Porto Corsini.

Oggetto di importanti investimenti saranno anche i 200 ettari di aree logistiche di proprietà Sapir e Autorità portuale. Dopo i tanti sforzi della Regione, il governo nel 2024 ha approvato la Zona Logistica Semplificata per l’Emilia-Romagna, che vede in prima fila le aree portuali dove sono previste semplificazioni amministrative e condizioni finanziarie vantaggiose per chi investe. Ma il lavoro non è finito. Mancano ancora l’adeguamento di alcune banchine tra San Vitale e Trattaroli i cui progetti sono pronti da tempo e da due anni si cercano le risorse finanziarie. Oltre al completamento dei collegamenti viari e ferroviari in mano ad Anas e RFI.

Il 2025 potrebbe vedere la nascita di due comunità energetiche da fonti rinnovabili lungo il Candiano, che mettono insieme, oltre all’Autorità portuale, produttori e consumatori di energia per risparmiare oneri e creare nuove occasioni di sviluppo.

Maria Vittoria Venturelli