La sfida della transizione ecologica è una vera rivoluzione agricola

Gli indirizzi strategici della politica europea e nazionale assegnano alla meccanizzazione un ruolo di straordinaria importanza per conciliare produttività e sfruttamento sostenibile delle risorse

Migration

di Martino Pancari

Una delle sfide che il Pianeta si trova ad affrontare è l’aumento della domanda alimentare in termini quantitativi ma anche qualitativi, (relativa cioè a produzioni più pregiate come quelle ortofrutticole) dovuto al poderoso incremento della popolazione mondiale che graverà ancora di più sulle risorse di un pianeta già in piena emergenza.

I mutamenti climatici stanno determinando un aumento delle temperature e una tropicalizzazione dei climi, con maggiore evaporazione e gravi alterazioni nel regime delle precipitazioni. Attualmente le zone aride coprono oltre il 40% della superficie del pianeta e i processi di desertificazione interessano quasi 2 miliardi di ettari di terreno, coinvolgendo 1,5 miliardi di abitanti. I fenomeni di erosione causano ogni anno la perdita di 24 miliardi di tonnellate di suolo fertile e ogni anno si degradano 12 milioni di ettari di terreno.

A fronte di questa riduzione delle terre fertili si intensifica lo sfruttamento di quelle produttive, con incrementi di input chimici e consumi idrici ormai insostenibili. Negli ultimi 100 anni il consumo d’acqua a livello globale è cresciuto di sei volte (dati Fao). L’agricoltura è la maggior responsabile dei consumi: assorbe da sola il 70% delle risorse di acqua dolce disponibili.

I modelli di agricoltura intensiva e industrializzata incidono peraltro sulla biodiversità: dal 1900 a oggi, in soli 120 anni, l’agricoltura ha perso il 75% delle varietà colturali, un patrimonio di prodotti coltivabili che spesso erano più sostenibili anche dal punto di vista ambientale.

Oggi l’agricoltura si trova ad affrontare una sfida difficilissima poiché deve garantire la sicurezza alimentare per una popolazione che cresce in modo imponente, e nello stesso tempo salvaguardare l’ambiente riducendo drasticamente l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse naturali.

Per vincere questa sfida il settore primario deve promuovere una strategia basata su uso centellinato delle risorse idriche, preservazione della sostanza organica dei terreni e possibilità di rendere coltivabili territori estremi, ancora inutilizzati. Ciò è possibile solo con l’impiego di mezzi meccanici agricoli estremamente evoluti, in grado di gestire scientificamente le risorse naturali e rendere coltivabili aree desertiche o montane.

Con l’impiego di macchine intelligenti – come quelle che saranno esposte all’Eima – è inoltre possibile realizzare la manutenzione dei territori e delle aree forestali a rischio, e di alimentare l’industria dei biocombustibili necessari a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.

La transizione ecologica è dunque – innanzitutto – una rivoluzione agricola. Ed è proprio in tale direzione che si stanno orientando gli indirizzi strategici della politica europea (il Green Deal, il Next Generation, la nuova Politica agricola comunitaria) e nazionale (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza); indirizzi che assegnano alla meccanizzazione un ruolo di straordinaria importanza per conciliare produttività e sfruttamento sostenibile delle risorse.