Avo al fianco dei malati: 35 anni in corsia

I 70 volontari assistono i degenti in ospedale e gli anziani nelle Rsa: aiuto durante i pasti, ma offrono anche compagnia e conforto

Avo al fianco dei malati: 35 anni in corsia
Avo al fianco dei malati: 35 anni in corsia

L’esperienza della Associazione Volontari Ospedalieri, in Italia, risale al 1975 a Milano.

Qualche anno più tardi – era il 1987 – l’iniziativa di quel giovane medico, il professor Erminio Longhini dell’Ospedale di Sesto San Giovanni, viene ripresa e trapiantata nella realtà di Carpi, dove si costituisce il primo nucleo di AVO. "Quest’anno – dice con orgoglio la presidente dell’associazione Sandra Bonomi, una artigiana 58enne, madre di 4 ragazzi, arrivata al suo vertice nel giugno 2022 – festeggeremo il 35° compleanno di Avo Carpi".

Grazie ad alcuni volontari che sapevano dell’esistenza di una associazione operante negli ospedali per stare vicino ai malati, dopo aver preso contatti con un gruppo già attivo a Mirandola, si decise di "provare" a dar vita a qualcosa di analogo anche a Carpi. L’atto costitutivo risale al 17 marzo 1987.

L’anno successivo, il 28 gennaio, si tenne l’inaugurazione ufficiale della sezione locale. Primo presidente fu Pier Luigi Gatti. "Avo – racconta Bonomi – nasce come associazione che opera all’interno dei reparti ospedalieri per essere al fianco degli ammalati che ne avessero necessità, allorchè parenti o amici non fossero disponibili. Col passare degli anni, però, il ruolo dell’associazione è cambiato. I volontari Avo sono e resteranno sempre vicini ai malati, ma offriamo loro compagnia e non più solo aiuto materiale durante i pasti".

Avo, che opera anche all’interno delle RSA, residenze per anziani, oggi è una presenza insostituibile per tanti pazienti ricoverati o anziani ospiti. E’ una realtà che contribuisce alla umanizzazione di un ambiente, dove la sofferenza può essere acuità dalla solitudine ed è una presenza che, con armonia, integra e non sostituisce i compiti e le responsabilità del Servizio Sanitario Nazionale.

I suoi volontari non svolgono alcuna mansione tecnico-professionale, di competenza esclusiva del personale medico e paramedico. Tuttavia, nella attività formativa che seguono ricevono nozioni di psicologia, oncologia, geriatria, di conoscenza delle strutture ospedaliere e di formazione sui problemi sociali, preparandosi così a comprendere meglio i bisogni delle persone. I volontari Avo portano calore umano e conforto e, spesso, diventano punto di forza della terapia.

Durante il periodo Covid, quando era impossibile accedere ai reparti ospedalieri, i volontari Avo non si sono sottratti dal portare la loro vicinanza e si sono messi a disposizione delle fragilità sul territorio, recando aiuto ai poli vaccinali, ai varchi ospedalieri, alla Casa del clero, all’Emporio Cinque Pani e dovunque è stato richiesto il loro aiuto.

"Adesso finalmente – riprende Bonomi – siamo tornati in corsia, nostra primaria vocazione, ma restiamo a disposizione per il servizio sul territorio all’interno della nascitura Casa della comunità".

Avo Carpi può contare sulla disponibilità di circa 70 volontari, molti di vecchia iscrizione. "Ma durante il periodo scolastico, tramite il progetto Volo promosso dalla Casa del volontariato, – continua Bonomi – accogliamo anche ragazzi che vogliono fare un’esperienza di volontariato a contatto con le persone sofferenti. Devo dire che entrare nei reparti di degenza con ragazzi giovani, porta una ventata di speranza ed un sorriso ai pazienti ricoverati".

Tutti, dopo un colloquio informativo e un corso base, possono diventare volontari Avo, basta essere maggiorenni e in buona salute. Per la ricorrenza del 35° è previsto un evento sabato 21 ottobre dalle 9.30 presso l’Auditorium Loria dal titolo "Siamo tutti di-versi perché siamo poesia" di Guido Marangoni. "Sarà un evento aperto a tutta la cittadinanza, – conclude Bonomi – ma soprattutto sarà un regalo a tutti i volontari delle associazioni socio-assistenziali del territorio, perché non va dimenticato che essere a fianco delle fragilità è faticoso e anche i volontari sono fragili e hanno bisogno di sostegno".

Alberto Greco