Baby gang e reati di minori Sotto le Due Torri si registra il più alto indice di criminalità

Preoccupano i dati dei Carabinieri riferiti al 2022: due under 18 denunciati al giorno. Non risultano però bande organizzate, ma aggregazioni estemporanee di giovanissimi

Baby gang e reati di minori  Sotto le Due Torri si registra  il più alto indice di criminalità

Baby gang e reati di minori Sotto le Due Torri si registra il più alto indice di criminalità

di Marco Principini

Il fenomeno delle baby gang è in crescita in tutto il Paese. Bologna non fa eccezione. Sotto le Due Torri, però, non risultano bande organizzate, come sottolinea uno studio elaborato da Transcrime con il ministero dell’Interno e la Cattolica. Si tratta soprattutto di aggregazioni estemporanee di minorenni – fra i 15 e i 17 anni: italiani o di seconda generazione; stranieri in un caso su tre – che si lasciano andare a episodi di violenza spesso casuali.

Allargando però il campo ai reati commessi da minori, Oliviero Drigani, presidente della Corte d’Appello, l’anno scorso lanciava un allarme: "Da quanto emerge da indagini criminologiche anche recenti – spiegava – Bologna risulta essere la città con il più alto indice di criminalità minorile in tutta Italia". I dati: nel 2021, rispetto al 2020 si era avuto un +6% delle iscrizioni di ’noti’ nei fascicoli aperti nell’intero distretto dalla Procura minorile. Tradotto, 2.459 notizie di reato iscritte. E, nel 2022, i Carabinieri parlavano di due minori denunciati al giorno.

Nella maggior parte dei casi si tratta di risse, piccolo spaccio, bullismo, violenze commesse da baby gang. Con il tempo, però, si è assistito a una progressiva maggiore gravità dei reati. Basti citare l’assassinio di Chiara Gualzetti, uccisa a 15 anni il 27 giugno del 2022 a Monteveglio da un coetaneo finito al Pratello con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato. E l’omicidio di Fabio Cappai, a Castel del Rio, accoltellato da un 17enne per futili motivi.

Fra i reati commessi da minori, sottolineava l’anno scorso Drigani, "molti sono espressione della violenza di genere. Sono nella maggior parte ragazze e bambine e vittime degli abusi sessuali, cresciuti del 2,5%, del reato di stalking, dei delitti di pedopornografia, aumentati del 29%, del revenge porn".

Per mesi, l’anno scorso, ogni weekend orde di giovanissimi si davano appuntamento al centro commerciale Shopville Gran Reno, a Casalecchio. Raduni spesso sfociati in caos, tra liti, risse e molestie ai clienti. A settembre si è arrivati al caso eclatante di un quindicenne che è saltato sul cofano di una gazzella dei carabinieri con lo scopo di fare un video da pubblicare su TikTok.

Fra gli episodi di violenza ad opera di bande di minori si ricordano anche, nel gennaio scorso, una serie di vandalismi in zona Savena, con quattro ragazzini tredicenni denunciati dai carabinieri i diretti dal colonnello Rodolfo Santovito. Due di questi sono poi finiti di nuovo nei guai per avere rapinato compagni di scuola.

Risse e accoltellamenti tra via Zamboni e via Petroni hanno contraddistinto l’inverno e la primavera dell’anno scorso: il comune denominatore è stato la responsabilità di giovanissimi negli episodi violenti.

Il questore Isabella Fusiello, per far fronte al ripetersi, in particolare in zona universitaria, di risse e violenze da parte di giovanissimi, aveva studiato e messo in campo, con ufficio Volanti e Rpc, "una serie di servizi di identificazione a tappeto dei frequentatori della zona, che nel tempo hanno portato ottimi risultati, tanto che oggi non penso che qui si debba parlare di criticità".

Il fenomeno dei reati ad opera di minori interessa un po’ tutte le zone della città. L’anno scorso, a Santa Viola, i residenti hanno denunciato una serie di vandalismi ad auto parcheggiate, durati mesi, sospettando di un gruppo di una quindicina di ragazzini stanziali nel parco dietro la chiesa. Diverse le baby gang finite nei guai per reati commessi ai danni di coetanei in provincia. Fra gli episodi più gravi, l’accoltellamento di un 17enne, a Monghidoro, da parte di un ragazzino di 16 anni.

"Quello dei giovani è un segmento nevralgico – commenta il colonnello Santovito –, su cui l’Arma concentra massima attenzione. Non solo sul fronte repressione: ogni contatto, che sia in un evento organizzato o per strada, durante il controllo del territorio, è occasione per apprendere informazioni e diffondere messaggi di legalità".