Criminalità organizzata Record di processi e condanne

In questo ambito quella di Bologna è la Procura con i numeri più rilevanti in tutto il Nord Italia ‘Aemilia’ è considerata la più grande inchiesta contro le cosche portata a termine da Roma in su

Criminalità organizzata  Record di processi e condanne

Criminalità organizzata Record di processi e condanne

di Marco Principini

"Vigilanza massima e continua" contro la criminalità organizzata sotto le Due Torri. La assicura il procuratore capo Giuseppe Amato, che invita a non abbassare la guardia. Perché Bologna è una città ricca, appetibile per le organizzazioni criminali. "Siamo la procura distrettuale del Nord Italia che ha fatto più processi e ottenuto più condanne e misure cautelari – precisa il magistrato –. Basta guardare il processo Aemilia". In quello che è fino ad oggi il più grande maxi-processo per mafia del nord – vaso di Pandora da cui sono derivati numerosissimi altri procedimenti – nel 2022 c’è stato il passaggio in giudicato, con 87 ordini di esecuzione.

"Nel 2021, la nostra regione era al quarto posto in Italia per il numero di interdittive antimafia", ricorda Andrea Giagnorio, referenti di Libera Bologna. E da anni, aggiunge, "vediamo allargarsi la breccia aperta dal processo Aemilia che, con i suoi successivi filoni, rivela il radicamento delle mafie, attraverso affari silenziosi in combutta coi colletti bianchi emiliani".

Da anni, insomma, anche sotto le Due Torri – dove un tempo ci si riteneva immuni dal fenomeno – il rischio di infiltrazioni mafiose si è fatto sempre più concreto. E nel 2012, ad affiancare la Direzione distrettuale antimafia (Dda), già presente in città, è stata aperta la sede della Dia (Direzione investigativa antimafia), per volere dell’allora ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, già commissario a Palazzo d’Accursio.

Con la presenza della Dia – tassello fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata – si è voluto riconoscere ufficialmente la presenza di infiltrazioni mafiose in città e nella regione. E si sono messi in campo i mezzi per contrastarle con la maggiore efficacia possibile.

"Bologna è centrale in tutto il nord Italia per le dinamiche degli appalti – affermava nell’aprile scorso Maurizio Vallone, direttore della Dia –. In questa regione da anni abbiamo presenza di criminalità organizzata, che si è insediata nel territorio e cerca, come fa dappertutto, di prendere appalti pubblici".

E proprio con riferimento al nostro territorio, "i dati statistici sono chiari", affermava lo scorso anno il generale Davide Angrisani, comandate della Legione Carabinieri Emilia-Romagna –: molti sono i successi contro la criminalità organizzata e il traffico, anche internazionale, di stupefacenti".

La presenza di esponenti della criminalità organizzata in città è stata anche resa palese dalla confisca a Giovanni Costa – imprenditore condannato per riciclaggio aggravato di denaro di cosa nostra – di Villa Celestina, primo bene in città ad avviarsi a un riutilizzo sociale.

Nel giugno scorso la Guardia di finanza ha fatto il punto sull’attività di un anno. In applicazione delle norme antimafia, sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali 310 soggetti, con sequestri per 43 milioni e sono state avanzate proposte di sequestro per oltre 1,3 miliardi.

Fra le operazioni compiute dalle Fiamme gialle si ricorda quella denominata ‘Mr White’, complessa indagine patrimoniale nei confronti di Salvatore Randone, pregiudicato siciliano contiguo alla criminalità organizzata, conclusasi con l’applicazione di una misura di prevenzione e il sequestro di beni per 12,5 milioni.

L’ultima operazione, in ordine di tempo, a seguito di un decreto emesso ai sensi della normativa antimafia, su proposta congiunta del procuratore Giuseppe Amato e del questore Isabella Fusiello, ha portato al sequestro di beni mobili, immobili e societari, nonché di conti correnti per oltre un milione di euro, nei confronti di Ciro Cuomo, imprenditore bolognese ritenuto "soggetto fiscalmente e socialmente pericoloso".