"Se fossi una cliente, verrei qui per essere coccolata". Con queste parole Catia Loschi, titolare del ristorante Curcuma di Carpi, spiega la filosofia che ispira ogni giorno la sua cucina. Inaugurato in via Catellani 10C nel 2017 come gastronomia con l’intento di vendere prodotti sani e offrire soluzioni senza glutine, Curcuma ha entusiasmato diversi clienti già dai primi mesi di attività, tanto che Catia, vista la quantità delle richieste, ha deciso di investire per trasformarlo in un ristorante. "Ho inaugurato il ristorante nel 2019 – spiega la titolare – poco dopo, purtroppo, ho subito i lockdown: è stato un periodo durissimo perché i costi di gestione erano molto alti e gli unici guadagni che provenivano dall’asporto non bastavano. A ciò si aggiungeva il fatto di aver appena sostenuto le spese di ristrutturazione e ampliamento del locale: un incubo". Fortunatamente, dopo i mesi bui di chiusura forzata, l’emergenza sanitaria si è esaurita e i clienti sono tornati.
"Ho una clientela fissa che mi segue dai tempi della gastronomia – racconta la titolare – e una che, invece, si è affezionata grazie al ristorante. Si tratta di persone molto esigenti, che cerchiamo di servire curando minuziosamente ogni dettaglio: offriamo una entrée di benvenuto, un dolcetto di saluto e il pane che portiamo in tavola è colorato e prodotto interamente da noi. Chi viene per la prima volta, di solito, rimane stupito". Nonostante il nome esotico, da Curcuma si possono provare una varietà di piatti che spaziano dalla tradizione emiliana alle specialità di pesce, con soluzioni adatte a celiaci, vegetariani e vegani. "Forse – afferma Catia ridendo – dovrei dirmi pentita del nome che ho scelto per il locale: molti clienti, infatti, associano la parola ’curcuma’ alla cucina etnica e credono che da me non si possa gustare una buona tagliata o assaggiare un classico tortellino in brodo. Più volte questo fraintendimento mi ha penalizzato". È proprio la tradizione, infatti, il punto di partenza della cucina di Catia, con molti piatti del menù che vengono rivisitati in base alla freschezza e alla reperibilità dei prodotti. "Tra tutti – prosegue Catia – le portate preferite dai miei clienti sono i bigoli al pistacchio di Bronte e guanciale di mora romagnola, oltre alla paella, una rivisitazione italiana del classico piatto della tradizione spagnola".
Ciò che distingue Curcuma da molti locali è l’attenzione minuziosa al benessere del cliente: attualmente nel ristorante ci sono due cucine, una delle quali è unicamente destinata alla lavorazione dei prodotti senza glutine per evitare qualsiasi tipo di contaminazione.
Ancora, tutti i piatti che vengono serviti sono preparati sul momento. "Rispetto ad altri ristoranti – prosegue la titolare – credo che la particolarità di Curcuma sia la ricerca della freschezza e della qualità dei prodotti, a partire dalle verdure, che cerchiamo di lavorare il meno possibile affinché conservino al meglio le loro proprietà: quando si mangia, gustare la naturalezza del prodotto è fondamentale". "Una difficoltà? – conclude Catia – oggi, in generale chi lavora nella ristorazione fa molta fatica a trovare personale che rimanga stabilmente nel tempo".
Jacopo Gozzi