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"Amo leggere, scrivere, dipingere, viaggiare, sognare a occhi aperti. E amo gli anni Novanta". Questo il ‘biglietto da visita’ di Felicia Kingsley, pseudonimo di Serena Artioli, scrittrice carpigiana di 36 anni, autrice di oltre una decina di best sellers, nonché architetto, e fortemente legata alla sua città natale. Il suo motto è: ‘La vita è troppo corta per prenderla troppo sul serio’, e questo approccio alla vita ben si rispecchia nei suoi romanzi dove protagonista assoluto è l’amore, ma senza trascurare l’effetto ironia. Ingredienti che l’hanno resa la regina della commedia romantica e la beniamina del pubblico che ha atteso con impazienza l’uscita del suo nuovo libro, lo scorso 5 settembre.
Felicia, come nasce questa sua passione per la scrittura? "L’ho alimentata fin da quando ero una bambina. Dall’età di nove anni sono diventata una lettrice fedele e assidua frequentatrice della biblioteca comunale di Carpi e, via via che leggevo, cominciavo a immaginare storie mie. A dodici anni ho sentito l’esigenza di scriverle perché la mia testa si era fatta troppo affollata: scrivere mi faceva stare bene. Ho iniziato a mano, su un quadernino a quadretti, poi sono passata al pc. Stampavo i miei racconti o idee di trame con la stampante ad aghi e le conservavo in un raccoglitore ad anelli o le salvavo su floppy disk, che ho ancora. Quando facevo la terza A al liceo Fanti ho scoperto EFP (sito di scrittura e lettura dedicato a fanfiction e storie originali, ndr) e appunto il mondo delle fanfiction, e Wattpad (social network di lettura sociale, ndr), così mi sono buttata nel mio primo confronto con dei lettori veri. Ma era solo un divertimento, non avevo certo ambizioni editoriali".
Poi è arrivata l’università: perché ha scelto Architettura? "Sinceramente all’inizio ero molto spaesata nella scelta, poi ho scoperto che questa facoltà era multidisciplinare e l’ho sentita mia. Sono stati anni molto impegnativi, dedicati completamente allo studio e un mese prima del sisma mi sono laureata. Quando ho cominciato a lavorare, dopo lunghe giornate di progettazione, misure, verifiche di normative, calcoli di computi metrici, ho sentito l’esigenza di uno spazio di decompressione per dare sfogo alla mia fantasia e ho ripreso a scrivere. Poco dopo ho scoperto l’opportunità di pubblicare romanzi in self publishing, così ho deciso di lanciarmi con il mio primo romanzo. E’ stata anche una sfida personale".
Cosa intende?
"Uno dei miei difetti era quello di iniziare una cosa e non portarla a compimento. Avevo iniziato ‘Bugiarde si diventa’ e mi sono posta come obiettivo personale di non essere inconcludente, anche se ovviamente ci sono voluti due anni perché di giorno lavoravo come architetto".
La ‘svolta’ è arrivata con ‘Matrimonio di convenienza’… "Per me l’importante era scrivere, ma non avevo ancora la consapevolezza del ‘post’, ossia della promozione. Questo romanzo, pubblicato a giugno 2016, grazie alle recensioni positive e segnalazioni apparse su alcuni bookblog specializzati nel genere rosa e al passaparola che si è innescato, nonostante io fossi un’esordiente, ha raggiunto ottime posizioni all’interno delle classifiche digitali di Amazon, Kobo e iTunes in poco tempo. Da lì mi ha contattato Newton Compton, che ha ripubblicato il romanzo l’anno seguente ed eccoci qui... Ora scrivo un libro all’anno (ride, ndr), anche due, magari ne pubblico uno a gennaio e uno a fine anno. Diciamo un libro e mezzo all’anno!".
A dispetto del nome, lei è italianissima e carpigiana: come è nato il suo pseudonimo?
"‘Felicia’ è un nome molto simile al mio (Serena, ndr). E’ un concetto, la felicità, che torna in entrambi i nomi. Kingsley invece è il cognome che usavo quando da giovanissima, negli anni al liceo Fanti, scrivevo fanfiction sul web e per affetto l’ho tenuto. Quando nel 2016 ho autopubblicato il mio primo romanzo, ‘Matrimonio di convenienza’, ero fresca di abilitazione, appena iscritta all’ordine degli architetti e non avevo idea se ci potesse essere qualche conflitto deontologico. Per questo ho usato uno pseudonimo. Mai avrei pensato che un giorno qualcuno potesse pronunciare il nome ‘Felicia Kingsley’ a parte me".
I suoi romanzi rientrano nella categoria romance o anche chick lit: vanno strette le etichette?
"Non ho problemi con le etichette, semmai con le persone che giudicano le etichette. Io sono orgogliosa di scrivere romance, di scrivere d’amore. Dante ha detto ‘l’amor che move il sole e l’altre stelle’; scrivere d’amore è essenziale oggi più che mai, alla luce della terribile cronaca cui assistiamo è importante lavorare sull’educazione sentimentale e sviluppare una coscienza emotiva".
È stata paragonata a Nora Ephron e Sophie Kinsella: lei a chi si sente più vicina?
"Mi sento molto affine a Marcel Duchamp nell’approccio, nel suo caso all’arte, nel mio alla scrittura: non ispirarsi ad altri artisti dello stesso campo, per non fare copie mediocri del lavoro altrui. Le mie scuole di scrittura sono state tre, ‘anomale’: dapprima le Barbie, perché non mi limitavo a vestirle e pettinarle ma inventavo proprio delle storie, per me erano dei personaggi. Subito dopo c’è stata Mtv: i video che una volta trasmettevano erano delle ministorie di tre minuti con cui sintetizzare il significato della canzone. Terza e ultima l’architettura, è la nostra storia: a me ha dato tantissimo, in termini sia di storytelling sia come strumenti di costruzione della storia. Non sono una che improvvisa, ho bisogno di progettare prima, come avviene per un edificio. Scrivo quando ho tutta la mia storyline ben chiara. Anche Ken Follett è uno che riempie cartelle di storyline, quindi se c’è un modello per me è lui. E sì, conosco Sophie Kinsella, è stata una delle prime autrici che ho approcciato quando sono passata dalla letteratura per ragazzi a quella per adulti. E poi c’è Jane Austen: di recente è uscito il mio retelling di ‘Orgoglio e pregiudizio’".
Il 5 settembre è uscito il suo ulrimo libro, ‘Una ragazza d’altri tempi’. Soddisfatta?
"Ho atteso il momento giusto per scriverlo, l’ho in mente dai tempi in cui studiavo Restauro. Ci sono molta ricerca e conoscenza alle spalle".
Lei regala sogni, un suo sogno?
"Viaggiare, partendo da New York, dove ambiento molti miei romanzi".
