La ceramica prende quota nel mercato Usa

Gli Stati Uniti sono sempre più interessati alle lastre ’Made in Sassuolo’ come dimostrano anche i numeri del Coverings in Florida

La ceramica prende quota nel mercato Usa

La ceramica prende quota nel mercato Usa

di Paolo Tomassone

Hanno dato una sbirciatina, hanno fatto domande, hanno raccolto informazioni, hanno preso le misure e qualcuno ne ha approfittato per fare qualche ordine. Sono i trentamila ‘curiosi’ della piastrella Made in Sassuolo, un prodotto che sta interessando sempre di più i palati difficili di chi vive negli Stati Uniti. Abituati a rivestire le case e gli uffici di moquette, per gli americani la ceramica è sempre stata un miraggio, qualcosa da considerare al massimo mentre si sfoglia un catalogo o poco più. In trent’anni la musica è cambiata se si conta che almeno il 13% delle abitazioni oggi viene arredato con le piastrelle. E la conferma è arrivata qualche settimana fa dalla più importante manifestazione internazionale di piastrelle e pietre naturali del Nord America, dove l’Italia era presente con una sessantina di marchi. Il Coverings di quest’anno – che si è concluso il 21 aprile a Orlando in Florida – è stato un appuntamento molto importante per gli imprenditori del distretto, non solo per l’affluenza (oltre 27mila persone secondo gli organizzatori). "Dall’inizio dell’emergenza Covid il rapporto con i partner americani era vistosamente calato, non potendo incontrarci di persona. Nel nostro mestiere sappiamo quanto è importante avere un rapporto diretto, non solo virtuale".

Lo racconta Vittorio Borelli, past presidente di Confindustria Ceramica e amministratore delegato di Fincibec, che alla fiera statunitense ha portato le nuove collezioni e i progetti firmati da Monocibc, Century e Naxos, le tre aziende del gruppo. "Una fiera che ha funzionato come nelle migliori edizioni prima della pandemia – spiega –. Anche l’umore dei distributori era abbastanza positivo: quando abbiamo comunicato le nostre nuove linee non hanno esitato a inserirle nei loro pacchetti di prodotti". Felici di poter riprendere a darsi la mano e guardarsi negli occhi, gli operatori della ceramica vivono con apprensione le incertezze dettate dall’attuale contesto macroeconomico, che ha visto letteralmente schizzare alle stelle i costi per l’energia e i trasporti. "Ora i prezzi sono in lieve calo, ma ancora ancora molto alti – prosegue Borelli – e siamo costretti a lavorare soltanto su prodotti di gamma alta. Per quanto riguarda i volumi siamo ancora soggetti al costo dei container che colpisce l’export dall’Europa verso gli Stati Uniti. È una materia che sarà da approfondire, cercando di capire come mai questa dinamica ci vede così sfavoriti rispetto ad altri continenti come Cina e India".

I visitatori negli stand del Coverings fanno ben sperare per il futuro delle piastrelle sassolesi vendute fuori confine, come testimonia l’amministratore delegato di Fincibec: "Negli Stati Uniti i produttori sono aumentati e le imprese presenti hanno incrementato la produzione perché c’è una richiesta maggiore di ceramica. Hanno capito che la ceramica ha numerosi vantaggi funzionali, di sicurezza e di igiene". A Orlando il gres porcellanato è tornato a splendere come non mai, con la grandi lastre, con gli effetti ispirati a pietre e marmi venati che hanno attirato l’attenzione dei professionisti e degli appassionati di design. Di ritorno a Sassuolo, i tecnici sono già al lavoro per il lancio di nuovi progetti.

"Il 22 maggio organizzeremo un meeting dedicato a tutta la forza vendita – anticipa Borelli – dove saremo in grado di presentare alcune novità, i prototipi delle collezioni che andranno nel catalogo 2024. Abbiamo già una preview delle tendenze da mostrare alla nostra forza vendita. Sarà un test molto importante che ci permetterà di correggere il tiro e di mettere a punto queste gamme". In attesa della presentazione ufficiale già alle prossime fiere di settore, in Francia e Germania e, soprattutto, al Cersaie di Bologna.