MASSIMO SELLERI
Eventi e Fiere

La missione di Zuppi: "La pace va protetta e tenuta sempre viva. Ma non impariamo mai"

La presenza del Cardinale di Bologna sui luoghi dell’eccidio "Perdonare serve per costruire un futuro, altrimenti siamo condannati all’inferno del male e ne restiamo prigionieri" .

La missione di Zuppi: "La pace va protetta e tenuta sempre viva. Ma non  impariamo mai"

La presenza del Cardinale di Bologna sui luoghi dell’eccidio "Perdonare serve per costruire un futuro, altrimenti siamo condannati all’inferno del male e ne restiamo prigionieri" .

Cardinale Matteo Zuppi, quale significato ha la visita congiunta che il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e quello della Repubblica Federale Tedesca Frank-Walter Steinmeier svolgeranno a Marzabotto?

"È importantissima. Ci riporta alle origini dell’Europa. L’orrore, l’odio e la barbarie che cancella ogni umanità, che uccideva la pietà diventa consapevolezza di pensarsi insieme, non senza gli altri, non con prudenti soluzioni di compromesso, ma facendo il contrario della violenza: imparando a stare insieme. E non si smette mai di imparare! E’ una lezione che dobbiamo sempre seguire. Ricordare e guardare assieme il futuro ci può fare capire la meraviglia che è l’Europa, ovviamente senza dimenticare i problemi e la responsabilità di non permettere che si torni indietro, ma che si vada avanti nella costruzione di una casa comune".

Il padre di don Marchioni votò per il perdono a Reder. Perché quel gesto non è diventato un seme di pace?

"Perché aveva ragione lui, quando diceva che senza perdono sarebbe diventato come Reder che uccideva perché odiava, ma noi non siamo abituati a questa logica eppure come si può vincere il male se non solo amando? Altro discorso è la giustizia. E perdonare non significa mai fare finta o impedire la giustizia, anzi, penso che solo chi perdona può cercarla fino in fondo proprio perché è giustizia e non vendetta".

Quali sono state le sue sensazioni dopo la sua prima visita a Marzabotto?

"Il mistero del male, l’inquietudine di fronte alla barbarie che cancella ogni umanità, la profondità della notte del terrore ma anche la chiarezza delle luci come quelle accese da don Giovanni Fornasini che aprono sempre alla speranza. Potere ascoltare i testimoni è una possibilità in più per ‘vedere’ quell’orrore e provarne orrore, è la consapevolezza che bisogna scegliere la pace perché non avvenga più. Ma non abbiamo imparato! E la pace va protetta, altrimenti viene erosa dalla divisione, e va costantemente tenuta viva sapendo che come tutte le cose se non ne abbiamo cura poi rischiamo che invecchi e che diventi qualcosa di diverso perdendo la sua efficacia".

Vennero giustiziati bambini in fasce e anziani inermi. Perché perdonare e perché anche solo ascoltare la richiesta di perdono?

"Sono proprio loro i primi che domandano giustizia e non odio per i loro assassini. Perdonare serve per costruire un futuro, altrimenti siamo condannati all’inferno del male e ne restiamo prigionieri. Nelson Mandela perdonò il suo secondino. Diceva: se non lo perdonassi, vorrebbe dire che sono ancora prigioniero dentro un carcere".

I cinque sacerdoti uccisi non seguirono l’invito del loro cardinale a scendere in città, Quale valore la chiesa dà a questa scelta?

"Questo è il vero significato del martirio. Sono rimasti per amore, per non privare della loro presenza le comunità che gli erano state affidate: fino all’ultimo hanno cercato di salvare i più deboli incuranti del pericolo. Non hanno ceduto al desiderio, anche comprensibile, di mettersi al riparo lasciando gli altri al loro destino, ma hanno cercato di far breccia nell’umanità dei carnefici non trovando, purtroppo, nessun appiglio. Il martire è un testimone di amore e non di chissà quale virtù straordinaria. Loro sono diventati dei testimoni credibili perché sono stati coerenti con quell’eccomi con cui hanno detto sì alla chiamata del Signore quando sono stati ordinati".

Lei è stato in Ucraina per una missione di pace fortemente voluta da Papa Francesco. Bucha è una nuova Marzabotto?

"Tutti gli inferni dove il fratello alza le mani contro il suo fratello e punta a distruggerlo anche quando è indifeso solo perché lo considera un nemico da eliminare è una nuova Marzabotto. E davvero il mondo è un ospedale da campo. In questo ospedale noi possiamo preparare un futuro diverso, ma questo è possibile solo rifiutando il male e costruendo un futuro dove il fratello rispetta il suo fratello indipendentemente dal colore della pelle, da dove è nato e da come la pensa. Non è facile, ma è sempre possibile. E non è proprio questo il testamento che le vittime di Monte Sole ci hanno lasciato?".