Sotto il sole di Vanzina "La mia Riccione, a metà strada tra Fellini e Miami"

Il grande regista romano racconta il suo incontro con la città "Grazie a Lucio Dalla ho conosciuto la sua anima segreta. Dopo il film Netflix questa spiaggia ha fatto il giro del mondo".

Sotto il sole di Vanzina  "La mia Riccione,   a metà strada  tra Fellini e Miami"

Sotto il sole di Vanzina "La mia Riccione, a metà strada tra Fellini e Miami"

In decine di film ha raccontato le vacanze degli italiani. Enrico Vanzina, sceneggiatore e produttore cinematografico, regista e scrittore, in questo iperbolico viaggio, tre anni fa ha incluso Sotto il sole di Riccione, diffuso in 130 nazioni. Complice l’amore per la Perla verde, scoperta grazie all’amico Lucio Dalla. A raccontarlo è lo stesso Vanzina, tornato in tv con il film Tre sorelle e in libreria con un giallo.

Quando è nata la liaison con Riccione?

"Riccione è un luogo incantato che ho scoperto tardi nella vita, perché io sono figlio del Tirreno. Ho trascorso tutta la mia infanzia e l’adolescenza tra Forte dei Marmi, Capri e Ischia. Capitai per la prima volta a Riccione in occasione di un servizio che ho girato per RaiTre con una piccola troupe per Diego Abatantuono, che aveva cominciato a far cinema con noi. Allora incrociai Dalla".

Un incontro galeotto?

"Conoscevo già Lucio, per l’occasione mi invitò a fare un giro con lui per Riccione e mi fece conoscere la sua anima segreta. La sera portò me e mia moglie a mangiare Da Fino, sul porto canale, dove abbiamo bevuto il vino ‘Topolino’, un po’ frizzante, prodotto dal proprietario del ristorante, Giorgio Casadei. Passammo una giornata meravigliosa, fu il mio primo impatto con Riccione. A distanza di 40 anni, durante le riprese del film Sotto il sole di Riccione che ho girato per Lucky Red e Netflix, tutte le sere sono tornato a cenare lì. Graziella, la moglie di Giorgio, mi ha regalato una delle ultime bottiglie di quel vino che non producono più. La conservo a casa mia, è il ricordo del mio primo impatto con questa città, dove poi sono tornato anche in vacanza all’hotel Lungomare".

Lucio Dalla come catturò la sua attenzione?

"Mi fece scoprire l’anima antica di Riccione, mostrandomi le pensioni, gli alberghi, la vecchia città che già stava sparendo per trasformarsi in qualcosa di nuovo. Mi ha raccontato storie che sono diventate più presenti in me, quando ho incontrato il professore Vittorio Costa, medico, scrittore, pittore, cofondatore del gruppo originario dei Pooh, che nel suo libro Dancing Verde Luna racconta il mondo dei locali da ballo della Riccione anni Cinquanta. Il libro parla dei personaggi che frequentavano Riccione, con i loro soprannomi, una specie di mitologia felliniana. Attraverso altre sue pubblicazioni ho riscoperto l’anima vera di Riccione, quella che a tratti mi aveva illustrato Dalla con i mitici personaggi di playboy, bagnini, musicisti, ballerine e albergatori".

Sembra un film felliniano.

"Fu mio padre Steno, segretario della redazione del Marc’Aurelio, la più importante rivista satirica, ad affidare a Fellini il suo primo lavoro. A questo giovane riminese papà chiese cosa sapesse fare, e Federico rispose: so disegnare. Lo mise alla prova e lo assunse all’istante. Federico e mio padre sono rimasti amici per tutta la vita. Si sono visti per inventare un soggetto che Fellini avrebbe fatto come regista e papà avrebbe scritto sul Marc’Aurelio".

Con Riccione s’intreccia anche Sapore di mare.

"Il primo premio legato a questo film ci venne attribuito nel 1983 da una discoteca della collina riccionese. Sempre a Riccione nel 2019, durante Cinè, ho partecipato alla presentazione della pellicola nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e Dean Film. Carlo sarebbe stato felice di rivederlo a Riccione".

Ha amici a Riccione?

"Vania Protti, prima moglie di Teddy Reno, che con il marito ha fondato la casa di distribuzione Academy Pictures, per tutta la vita mi ha sempre parlato di Riccione, dove continua a venire. Dopo aver girato Sotto il sole di Riccione, la Golino mi aveva chiesto di scrivere una serie sulla Riccione anni Trenta, che per ora non s’è fatto".

Grazie al film Riccione ha valicato l’oceano.

"Con questa pellicola Netflix ha avuto il maggiore successo mai registrato con un original in Italia".

Se pensa a Riccione qual è la cosa che le viene in mente?

"L’intelligenza imprenditoriale dei suoi abitanti. Nel girare il film sono rimasto colpito dal lungomare con il tunnel per le auto. In Italia è difficile affacciarsi dalla camera dell’hotel senza vedere le auto. Poi il mix tra la vecchia Riccione e la Riccione un po’ Miami, che coestistono anche dal punto di vista architettonico. Questa è la città del buon gusto. Ci sono giornate con un mare che sembra quello dei Caraibi".

Tanto successo, 120 film in attivo, cos’altro si aspetta dalla vita?

"Essere felice".

Nives Concolino