Tanti fascicoli e poco personale La giustizia soffre, ma resiste

Pur nelle difficoltà che hanno tutti gli uffici giudiziari d’Italia, Bologna brilla nel calo degli arretrati. Alla voce ’cause pendenti ultra triennali’, le Due Torri raggiungono il terzo gradino del podio

Tanti fascicoli e poco personale  La giustizia soffre, ma resiste

Tanti fascicoli e poco personale La giustizia soffre, ma resiste

La complessa e delicata macchina della Giustizia soffre, a Bologna come nel resto del Paese, di una cronica carenza di mezzi e organici – a tutti i livelli – sia fra i magistrati che fra gli amministrativi. E spesso, nonostante l’abnegazione di tanti, le forze in campo non risultano più adeguate ai carichi di lavoro sempre crescenti e impegnativi. Finisce così che la lentezza dei processi fa sì che non si arrivi a una conclusione in tempi certi e rapidi, con la conseguenza di un aumento delle cause pendenti.

Nonostante tutto, però, sotto le Due Torri la situazione è meno critica che in altre parti d’Italia. Nella classifica sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore, alla voce ‘Quota cause pendenti ultratriennali’ (in percentuale sul totale delle cause pendenti) Bologna conquista il terzo gradino del podio. Mentre si colloca a metà classifica (53esima) per durata media delle cause civili.

I numeri che saranno resi noti nel corso dell’imminente apertura dell’Anno giudiziario dovrebbero confermare la buona performance degli uffici bolognesi. Negli ultimi sei anni, per esempio, il numero dei fascicoli iscritti della Procura si è notevolmente ridotto. Questo dato, sottolinea il procuratore capo Giuseppe Amato, "è una vera cartina di tornasole: dimostra un migliore controllo del territorio da parte delle forze di polizia e che si riescono a definire questi reati in tempi molto più veloci rispetto al passato".

Nonostante i buchi in organico, il numero dei fascicoli pendenti si è via via ridotto. Secondo i dati ufficiali della Procura, dal 2016 a oggi sono calati da 21.886 a 9.698. Negli uffici del giudice di pace sono passati da 6.123 a 298. I fascicoli contro ignoti erano 8.571, adesso sono 3.419, quelli senza reati né indagati erano 2.555 mentre oggi sono 451. Segnali positivi di un sistema Giustizia che, almeno sotto le Due Torri, è più efficiente e veloce.

Meno brillante, come detto, la situazione relativa alla durata dei procedimenti. Almeno fino allo scorso anno. La durata media presso gli uffici GipGup, registro noti – riportava Oliviero Drigani, presidente della Corte d’Appello, nella sua relazione sull’amministrazione della Giustizia – era stata di 195 giorni (in calo rispetto ai 229 del periodo precedente). Un dato medio che a Bologna schizzava a 253 giorni. In Emilia Romagna avevano fanno peggio solo Ravenna (282) e Reggio Emilia (295). Le province più virtuose erano state Ferrara (86 giorni) e Forlì (113 giorni).

In merito alla durata media dei dibattimenti di primo grado innanzi ai Tribunali ordinari, gli uffici di Bologna si collocavano in una media via sia nel rito monocratico che nel rito collegiale.

Quanto alla Corte d’Appello, il presidente Drigani sottolineava che, con i suoi 5.660 processi sopravvenuti, quella di Bologna "è preceduta solo da quelle di Napoli, Roma, Milano e Torino, che però dispongono di piante organiche assai maggiori rispetto alla nostra".

Per numero di processi definiti, invece, con le sue 6.465 definizioni la Corte di Appello bolognese si colloca subito dopo quelle di Roma e Napoli.

La Corte di Assise di Appello di Bologna, con i suoi 12 processi pendenti (ultimo dato disponibile) si collocava all’11°posto tra le 29 Corti di Appello esistenti in Italia; mentre la Sezione Minorenni, con i suoi 42 processi pendenti, si classificava al 9° posto.