ANDREA ALESSANDRINI
Eventi

Bulbi racconta la lunga amicizia: "Ci conosciamo da trent’anni, ancora più vicini con l’alluvione"

Il consigliere regionale del Pd rievoca la storia della sua frequentazione con il presidente "Ci siamo conosciuti nella Democrazia cristiana, capii subito che era un punto di riferimento".

Bulbi racconta la lunga amicizia: "Ci conosciamo da trent’anni, ancora più vicini con l’alluvione"
Bulbi racconta la lunga amicizia: "Ci conosciamo da trent’anni, ancora più vicini con l’alluvione"

Di tutti i politici e delle persone del territorio che hanno avuto e coltivano frequentazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Massimo Bulbi, 61 enne consigliere regionale del Pd, ex presidente della Provincia e sindaco di Roncofredod, è notoriamente il più vicino al capo dello Stato, grazie a relazioni di lungo corso.

Consigliere Bulbi, lei è dunque così amico di Mattarella?

"L’amicizia è un sentimento importante che presuppone affinità, consuetudine e tempo per coltivarla. Diciamo che con il presidente c’è una affettuosa familiarità, grazie anche al fatto che non ci siamo mai persi di vista in tanti anni e, dopo l’alluvione, le occasioni sono state più frequenti per avere contatti".

Il sindaco di Cesena Lattuca le ha attribuito il merito di aver favorito la venuta a Cesena di Mattarella il 2 maggio scorso, per il 40° di Macfrut grazie alla sua abilità nel tessere la tela.

"Mattarella non era mai venuto da presidente della Repubblica a Cesena, si è lavorato con pazienza e tenacia per trovare posto nella sua fitta agenda, ed è un successo di tutta la città. Tutte le volte che il presidente ha fatto visita a Forlì e Cesena, mi ha confidato di essere rimasto colpito dalla magnifica accoglienza riservatagli".

Il presidente è tornato a Cesena a fine maggio al centro don Milani a ringraziare i volontari per l’impegno nella città alluvionata, per poi proseguire la visita nelle città romagnole colpite. Vi siete parlati?

"Sì, mi ha chiesto come era la situazione nei piccoli comuni e nella mia Roncofreddo, aveva saputo delle frane che hanno falcidiato le frazioni di Sorrivoli e Ardiano e quelle a Mercato Saraceno e Sarsina. Gli erano state inviate alcune foto e che lo avevano colpito. C’era il timore in quel momento che l’attenzione si focalizzasse solo sugli alluvionati, ma c’era anche il dramma dei piccoli comuni collinari franati. Gli ho espresso i timori per il pericolo dello spopolamento montano e l’ho visto assorto, poi ha dato voce ai pensieri che certamente aveva anche in quel momento al Meeting di Rimini".

A che cosa si riferisce?

"Al suo appello a non dimenticare la Romagna e al suo tributo ai sindaci eroi quotidiani dell’emergenza nei comuni colpiti".

Bulbi, quando ha conosciuto Mattarella?

"A cavallo tra anni Ottanta e Novanta, io non ne avevo ancora trenta ed ero dirigente nazionale del Movimento giovanile della Dc. Il 26 ottobre 1990 tenemmo a Cesena nella sede del partito un convegno intitolato ‘In cammino verso il XXI secolo: Democrazia Cristiana?’. Fu invitato l’allora onorevole Mattarella, io presiedevo i lavori. Nacque a pelle una simpatia naturale, entrambi accesi dalla passione politica e ferventi zaccagniniani nella sinistra Dc".

Manco a dirlo lo avrà portato a Roncofreddo.

"Immancabilmente, dove pernottò ed entrò a contatto con la romagnolità genuina, che è nelle corde del presidente".

Letta, di cui lei è molto amico, e Mattarella hanno entrambi un aplomb inglese. Lei li compensa?

"Privatamente sono persone godibilissime, con senso dello humour".

Come manteneste i contatti?

"Tornò a Cesena il 2 aprile 1993, eravamo nel dramma di Tangentopoli, in qualità di direttore del quotidiano della Dc ‘Il Popolo’ e intervenne magistralmente sul tema ’Politica e morale’. Con ferma pacatezza, trovò le parole giuste per orientarci e avvertii nitidamente che quell’uomo era un punto di riferimento. La politica la fanno le idee ma soprattutto le persone".

Come quando il 2 maggio vi siete incontrati in piazza della Libertà agli stand del Macfrut e il presidente le ha domandato come va ’la corrente bulbea’?

"La storia è vecchia. Trent’anni fa, quando venne a Cesena, scherzando nella mia esuberanza gli dissi che qui imperava la ’corrente bulbea’ ed evidentemente la definizione gli è rimasta impressa, tant’è che a distanza di tanti anni me la ripropone ancora".

Che ricordo ha degli incontri con il presidente al Quirinale?

"Tra le tante, la gioia più grande è quando ho accompagnato al Quirinale le scuole di Roncofreddo. Fummo scelti per il progetto ‘Il presidente incontra gli scolari’, per favorire la conoscenza della massima istituzione dello Stato. Uno studente gli domandò che cosa fa quando gli arriva una legge che non gli piace, ripreso da tutti i tg nazionali".

In che modo rispose Mattarella?

"Anche se non le condivido appieno ho il dovere di firmare le leggi, disse. Solo in un caso devo non farlo: per leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente con la Costituzione. E anche in quell’occasione lo sentii profondamente come il mio, il nostro presidente".