EMANUELE CHESI
Eventi

Enzo Lattuca: "Incontro importante che rafforza l’impegno a fianco dei romagnoli"

Il sindaco di Cesena: "Accogliamo il presidente guardando avanti e collaboriamo con il generale Figliuolo per far arrivare a destinazione il prima possibile le risorse, benché insufficienti, finora stanziate".

Enzo Lattuca: "Incontro importante che rafforza l’impegno a fianco dei romagnoli"

Enzo Lattuca: "Incontro importante che rafforza l’impegno a fianco dei romagnoli"

Enzo Lattuca, sindaco di Cesena e presidente della Provincia di Forlì-Cesena, il presidente della Repubblica torna a Forlì dopo aver visitato il nostro territorio il 30 maggio scorso, a due settimane dall’alluvione. Qual è stato il significato della sua presenza in quel momento e che importanza ha oggi il suo ritorno?

"Il significato è chiaro, rafforza quanto aveva già detto durante la visita nei giorni immediatamente successivi all’alluvione e più di recente al meeting di Rimini: ‘l’Emilia Romagna non va lasciata sola’".

Il 2 maggio scorso Mattarella è intervenuto al Teatro Bonci per celebrare il 40° anniversario di Macfrut. In quell’occasione ha evidenziato la centralità del settore agroindustriale per lo sviluppo del nostro paese. Un messaggio ancor più attuale in tempi di allarme per il cambiamento climatico e per le conseguenze del dissesto idrogeologico.

"L’agricoltura paga il prezzo più alto ai cambiamenti climatici al di là dell’alluvione. Siccità, gelate tardive, nuove specie infestanti, tutti questi fattori rendono ancora più incerto e difficile il lavoro agricolo. Dall’altro lato non dobbiamo dimenticare che le nostre terre romagnole sono state bonificate, ovvero sottratte al loro stato di terre umide, naturalmente allagate, per poter essere coltivate. L’equilibrio che mantiene fuori dall’acqua le nostre pianure si regge sull’attività agricola e sulla cura delle terre e dei fossi che solo questa attività può garantire capillarmente".

‘La ripartenza della Romagna è una priorità’ ha detto con forza il presidente della Repubblica al Meeting di Rimini. Ha rimarcato più volte la necessità della rapidità e l’efficacia dell’intervento dello Stato, ricevendo il pieno consenso di tutte le forze politiche. Quanto sono stati ascoltati, nel concreto, i suoi appelli?

"Guardiamo avanti e collaboriamo con il commissario straordinario per fare arrivare a destinazione il prima possibile le risorse, benché insufficienti, oggi stanziate. Ciò detto, è la prima volta che di fronte ad una catastrofe il Governo tratta una parte importante del Paese, la Romagna, in questo modo: il dialogo è stato freddo, diffidente e orientato alla colpevolizzazione del territorio e delle istituzioni democratiche che lo governano".

Una cifra costante della presidenza Mattarella è la continua e paziente ricucitura del rapporto tra cittadini e istituzioni come argine al populismo e al discredito della democrazia. La ricostruzione post-alluvione, in questo senso, può essere un rischio?

"Perché getterebbe discredito sulla democrazia nominare commissario per la ricostruzione un generale dell’esercito? No, non credo. In ogni caso i Comuni, la Regione e, questa volta posso dirlo, le Province stanno facendo la propria parte e continueranno a farlo risolvendo problemi concreti, accelerando i tempi e mantenendo un contatto costante con i cittadini".

Dopo l’abolizione dell’elettività del consiglio provinciale (riforma Delrio) si è assistito a un depotenziamento delle strutture e delle dotazioni finanziarie dell’ente. La bocciatura del referendum istituzionale ha invece mantenuto in vita l’ente, che conserva comunque corpose competenze. Qual è lo stato di salute della Provincia di Forlì-Cesena in questo momento? Ed è auspicabile un ritorno alle elezioni dirette da parte dei cittadini?

"È proprio così, quella riforma è rimasta a metà del guado. Negli ultimi due anni siamo riusciti a rimettere in carreggiata la Provincia, c’è ancora tanto da fare, ma abbiamo recuperato capacità di intervento e investimento su strade e scuole e stiamo tornando ad essere punto di riferimento e sintesi per tutti i 30 comuni di riferimento. C’è ancora tanta strada da fare. L’elezione diretta può fare bene accompagnata da risorse e funzioni opportune".