La storia degli argentini a Modena è una storia lunga e costellata di successi, con qualche carneade (qualcuno ricorda Alejandro Diz, libero della Daytona 1998-99, poi trasferitosi in Italia e mai più rivisto ad alto livello?) ma soprattutto con tantissimi campioni. I più celebrati, nel ruolo di opposto, o comunque schiacciatori di potenza e grandi trascinatori. Come non partire da Raul Quiroga, classe 1962 alla Panini dal 1984 al 1986 e poi di nuovo nella stagione 1987/88, bomber di razza e trascinatore, capace assieme a Bertoli e Cantagalli di risollevarsi dalla sconfitta di Reggio Emilia nel 1985 e dare il via all’epopea di un altro argentino, Julio Velasco, col quale sono arrivati due scudetti, una Coppa Cev, una Coppa delle Coppe, tre Coppa Italia, tutti trofei con indelebili la sua firma e i suoi punti a tabellino. A livello di Nazionale Quiroga è stato anche il condottiero di due miracoli di bronzo, esattamente come De Cecco, il terzo posto ai Mondiali 1982 e il terzo posto alle Olimpiadi di Seul 1988. Prima di Quiroga c’era stato Esteban Martinez, arrivato alla Panini di Guidetti nel 1982, rimasto fino al 1984 e tornato in tempo nel 1985/86 per il primo scudetto dell’era Velasco, proprio assieme a Quiroga. Schiacciatore estremamente tecnico, Martinez ha dominato la scena in prima linea ma anche in seconda, risultando decisivo in moltissime occasioni. Dopo la sbornia della generazione dei fenomeni, Modena e il commendator Panini hanno affidato la loro sopravvivenza a due argentini: Waldo Kantor, palleggiatore, e Hugo Conte, opposto.
Dal 1990 al 1993 la coppia d’oro di gauchos ha davvero tenuto su di peso le sorti dell’ultima Panini prima che il passaggio a una nuova proprietà, la Daytona Volley, fosse completato. Giovanni Vandelli, nuovo leader del volley sotto la Ghirlandina dall’estate 1993, puntò la sua costruzione del ritorno ad alto livello su alcuni mostri sacri (Mauricio al palleggio, Luca Cantagalli, Franco Bertoli) e su alcune scommesse, la più folle quella su Juan Carlos Cuminetti, opposto argentino reduce da un incidente gravissimo a inizio anni Novanta e da una stagione in A2 a Fano. Una scommessa stravinta: in poche partite Cuminetti, atleta dinoccolato e potente, non bellissimo da vedere ma efficacissimo e glaciale sui punti decisivi, si prende la scena e l’affetto della curva, che lo osanna e porta su un palmo di mano per sette stagioni consecutive, nelle quali ‘picchia Cumi’ diventa un mantra, una spinta, un grido foriero di successi: Cuminetti porta nella bacheca di Modena 2 scudetti, 3 Champions League, 4 Coppe Italia, e altri trofei. A dimostrare che le scommesse si possono vincere.
Alessandro Trebbi