Due prove generali per stregare i piloti

Nel novembre 2020 e nell’aprile di un anno fa il circuito approfittò della pandemia per conquistarsi il ritorno nel grande Circus

La prima volta con i tifosi dopo sedici anni in realtà è la terza della nuova era, per la pista di Imola. E alla fine se la gara senza punti del 1979 si rivelò decisiva per far sbarcare il circuito del Santerno nel circus vero dall’anno successivo, è innegabile che la festa popolare di quest’anno sia figlia anche della lungimiranza e della capacità di giocarsi al meglio le proprie carte nella due stagioni precedenti, quelle segnate dalla pandemia che ha rivoluzionato i calendari.

Se, come diceva il conte Mascetti di ‘Amici Miei’, il genio è "fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione", a Imola sono stati geniali in due anni complicatissimi, nello sfruttare un’opportunità che non si sarebbe presentata senza i varchi causati dal Covid nel calendario. Il resto l’ha fatto la bellezza della pista e la capacità di permettere sorpassi e spettacolo, una virtù che con le nuove vetture dovrebbe essere anche accentuata.

La prima vola vera, anche se senza tifosi, fu l’1 novembre del 2020. E fu una festa per la Mercedes e per Lewis Hamilton, che nel cuore della terra dei ferraristi centrarono un doppio risultato clamoroso. Lewis vinse la gara davanti a Bottas e a Ricciardo, regalò alla Mercedes il settimo titolo costruttori consecutivo (battuto il record Ferrari, ’ferma’ a sei) e due settimane dopo avrebbe conquistato anche il suo settimo titolo mondiale piloti, raggiungendo sul gradico più alto del podio di tutti i tempi Michael Schumacher.

La Ferrari chiuse quella gara al quinto posto con Charles Leclerc e al dodicesimo con Sebastian Vettel, ma la Rossa in quelle stagioni non era neanche lontana parente di quella che sta riaccendendo la passione dei tifosi in questa stagione.

Pochi mesi dopo, era il 18 aprile del 2021, a vincere fu invece Max Verstappen, che mandò un segnale chiaro, premonitore di quello che sarebbe poi successo a fine stagione. In quella domenica, Lewis Hamilton riuscì a mantenere la vetta di un campionato ancora agli albori soltanto per il punto conquistato grazie al giro più veloce, ma in pista l’olandese destinato a soffiargli il titolo mondiale all’ultimo giro dell’ultima corsa gli rifilò qualcosa come 22 secondi di distacco. Lewis arrivò secondo davanti a Norris, Leclerc fece un altro passo di avvicinamento al podio ma fu costretto a fermarsi al quarto posto, con Sainz alle sue spalle.

Ma alla fine tutti i piloti furono d’accordo nell’elogiare la pista, il divertimento provato sulle colline della Motor Valley. E a quel punto era chiaro che la storia stava solo per ricominciare.