Il tiki-taka è il passato “Lucho“ vicino all’addio

Il flop della Spagna: 1.050 passaggi contro il Marocco ma un solo tiro in porta. Luis Enrique paga anche la scelta di puntare poco su un vero attaccante

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di Paolo Grilli

Mille e non più mille. I passaggi collezionati dalla Spagna dei rimpianti contro il Marocco – 1.050 per la precisione – non hanno portato che a un solo tiro in porta. E poi, beffa delle beffe, la ‘Roja’ non è riuscita a trasformare un solo rigore. Adios Qatar.

Impigliata nella propria fittissima rete. Caduta specchiandosi nella propria, presunta, bellezza. La nazionale iberica si è persa, e con lei tutta la filosofia calcistica che l’ha sostenuta issandola in cima al mondo nel 2010: un trionfo preceduto e seguito da quelli Europei, nel 2008 e nel 2012. Un’abbuffata di trofei che alla lunga ha giocato contro un movimento, incapace di uscire dai binari che avevano garantito il massimo in termini di risultati.

Il gioco eternamente dialogante delle Furie Rosse, con un possesso palla più che triplo rispetto a quello degli avversari (addirittura quadruplo nella ripresa: 81% contro 19%), ha mostrato tutta la sua attuale inadeguatezza nella massima vetrina del calcio. Senza nessuno che riesca a verticalizzare con decisione, senza una punta che sappia alzare il baricentro della squadra, il tiki-taka si riduce a sterile esercizio.

Luis Enrique paga la fedeltà a una visione che nel frattempo si è impoleverata. E anche il fatto di non poter disporre di interpreti all’altezza dei vecchi maestri, Xavi e Iniesta su tutti. “Lucho“, persona di infinito valore e tecnico di alto livello, è sotto l’attacco dei media, in Spagna e non solo. Gli si contesta di non essersi adattato alle pieghe odierne del gioco, di non aver puntato con decisione su Morata, lui sì vero “nueve“. In Qatar, Alvaro è andato a segno tre volte, ma una sola volta è stato titolare.

Gavi, Pedri, Dani Olmo: non potrà che passare da loro la rinascita spagnola, ma a questi Mondiali si sono arenati all’esame degli ottavi. A conti fatti, nelle ultime tre edizioni, le Furie Rosse hanno raccolto appena tre vittorie. Ed è un bilancio che impone una profonda riflessione in seno a una federazione a lungo considerata quella “illuminata“ della scena mondiale.

Luis Enrique si è preso qualche giorno prima di far sapere quali siano le sue intenzioni sul futuro. Ma le sue quotazioni di ct sono crollate. Secondo ‘Marca’, se maturassero le sue dimissioni, la panchina della Spagna potrebbe essere affidata all’attuale ct dell’Under 21 De La Fuente; oppure Martinez, che ha lasciato la guida del Belgio. Il quotidiano AS aggiunge un altro nome di un possibile sostituto di “Lucho“. Si tratta di Marcelino, libero da ogni contratto dopo l’ultima esperienza con l’Athletic Bilbao.