La Nazareno trasforma le fragilità in talenti

La Cooperativa, seguendo l’insegnamento di don Silingardi, accoglie persone con disabilità e le valorizza tra atelier, orto e orchestra

La Nazareno trasforma le fragilità in talenti

La Nazareno trasforma le fragilità in talenti

di Maria Silvia Cabri

Da oltre trent’anni esiste a Carpi una realtà speciale nella sua peculiarità, per persone speciali nella loro splendida unicità. Qui convivono accoglienza, ascolto, cura, integrazione e valorizzazione. Perché è da questi capisaldi che può nascere una cultura capace di abbattere le barriere della disabilità e di far emergere la statura umana di ciascuno. Era il novembre del 1990 quando, grazie all’iniziativa delle famiglie, degli educatori e dei rappresentanti delle associazioni dei disabili è nata la Cooperativa sociale Nazareno, che dal 1998 ha sede a Villa Chierici a Santa Croce di Carpi.

La Cooperativa nasce come ideale prosecuzione dell’opera, avviata nel territorio di Carpi all’inizio degli anni Ottanta, dall’istituto Nazareno fondato negli anni Cinquanta da don Ivo Silingardi (morto nel 2016), sacerdote instancabile. Il suo impegno è stato proprio quello di far crescere i giovani, dagli orfani accolti nel dopoguerra, fino alle generazioni di oggi, con un’attenzione particolare a quelli più fragili, insegnando loro un lavoro attraverso la formazione professionale.

Oggi la Cooperativa Nazareno ha generato a sua volta diverse realtà, cercando di rispondere al bisogno delle persone che nella sua storia ha incontrato: centri diurni e case per persone disabili (Carpi), Casa Mantovani e Casa San Giacomo (Bologna) per accogliere persone con disturbo mentale; la Cooperativa Nazareno Work per creare occasioni di lavoro; la Cooperativa Arti e Mestieri per la commercializzazione dei prodotti artigianali realizzati negli Atelier, come Manolibera e Banco artigiano, ed altre iniziative culturali ed artistiche. "Realtà come la Cooperativa Nazareno – commenta lo storico presidente Sergio Zini – non si occupano soltanto di assistenza sociale delle persone con disagio fisico, psichico e svantaggio in genere, ma si impegnano ogni giorno e in ogni gesto a mettere in pratica il comandamento evangelico dell’amore verso il prossimo. Con un preciso obiettivo: trasformare le fragilità in risorse, in talenti". "Tra le strutture per le persone fragili – prosegue Zini – la Nazareno è una delle più inclusive: ci occupiamo dei ragazzi a 360 gradi, dall’assistenza alla vacanza. La società ha iniziato a capire che in questi ragazzi vi sono tante risorse. Fortunatamente in questi anni la cultura in tema di disabili è cambiata".

La disabilità, la fragilità diventa dunque la fonte di una ricchezza, di un talento da scoprire, manifestare e coltivare. Su queste basi la Cooperativa ha dato vita al Festival internazionale della Abilità Differenti, giunto alla XXIV edizione. Si pensi alla musica, con la Scià Scià Band, una vera e propria orchestra composta da 12 soggetti di cui 8 con disabilità anche gravi, che suonano grazie a strumenti innovativi frutto delle nuove tecnologie musicali, come i dispositivi touch screen e i sensori di movimento. Al teatro, con gli spettacoli messi in scena dalla compagnia Manolibera, alla pittura, per passare alle attività più manuali come quelle messe a frutto nell’Atelier Manolibera e poi vendute al pubblico al Banco Artigiano in corso Fanti a Carpi. La stessa filosofia è quella che anima i ragazzi che lavorano nell’orto biodinamico di Villa Chierici, chiamati ad occuparsi della ‘vita’ delle colture, dalla semina, al raccolto, e alla vendita, presso ‘Buccia’ (perché tutto è importante, nulla va disperso) al Mercato contadino di viale Alghisi. Quelle stesse verdure che i cittadini possono gustare in quel piccolo (grande) angolo di ‘paradiso’ che è il Bistrò53 nel parco di

Villa Chierici a Santa Croce. "È il cuore e la sua sete che contano e fanno vivere, non solo l’integrità del corpo: questo ci ha insegnato don Ivo e questa è un’esperienza sempre possibile e rinnovabile", spiega Zini.